L’isola di Marie Galante sfiora la perfezione
Numerose spiagge d’una bellezza commovente, che non si riesce ad esprimere come si deve. Quell’acqua cristallina, contenta e sbarazzina. Quei riflessi ondivaghi dal colore celestiale. Quella sabbia bianca che dispiace togliersi dai piedi. Quelle palme che ombreggiano la spiaggia come fossero state piantate dall’Ufficio del Turismo. Quelle onde oceaniche che si infrangono lontano, sulla barriera corallina, ed arrivano a riva scodinzolando.
Piccolina (due terzi dell’Elba) e rotondetta, l’isola di Marie Galante e’ francese e sta fra la Guadalupa e la Dominica, nelle Antille, ai Caraibi.
Ma non solo le spiagge.
L’interno e’ un altipiano vallonato agricolo e bucolico. Vi si coltiva quasi esclusivamente la canna da zucchero, soprattutto per farne del rum, reputatissimo in Francia. Le distillerie Bielle e Bellevue sono visitabili e si possono fare degli assaggi. I prezzi di certe bottiglie sono largamente superiori a quanto ci si potrebbe attendere. Ma ciò fa parte un pò … Continua a leggere...
Il sogno dei Caraibi si infrange a Saint Martin
Le spiagge di Saint Martin sono bellissime. Sabbie chiare, mare smeraldo, palme ed alberi frondosi, a volte aperte sul procelloso Oceano Atkantico, a volte riparate sul lato del mare dei Caraibi. Sono numerose e non avremmo voluto distaccarcene.
E bene avremmo fatto a non lasciarle, perche’ alle loro spalle c’è un vero inferno. Una sola, totale, squallida periferia da grande citta’ con magazzini, depositi, casupole dei poveri immigrati, strade polverose. Oppure porti turistici, Casinò, discoteche, saloni da feste, locali da adulti, centri commerciali, ristoranti. La Las Vegas dei Caraibi. Ovunqe un traffico angosciante.
Qua e la’ i complessi, chiusi con alti muri, delle lussuose ville o dei condomini con vista sulle Marine affollate da grosse barche.
A partire dagli anni 60 una politica di progressiva liquefazione delle regole ha dopato l’economia: porto franco, detassazione, deregulation. Si installarono le attività tipiche del riciclaggio: casinò ed edilizia turistica soprattutto dalla parte … Continua a leggere...
La vitale accozzaglia di St. Martin
Saint Martin, ai Caraibi, un’isola piccola (meno di un terzo dell’isola d’Elba), che ospita, in grande confusione, una impressionante quantità di cose, persone e fatti. L’isola è divisa fra due nazioni diverse, che hanno ordinamenti statali differenti, ognuna con la propria capitale; tre monete comunemente correnti; cinque lingue d’uso pubblico normale; due aeroporti internazionali; una infinita’ di popoli diversi; 70.000 abitanti; il tasso record francese di rapine. Non mancano traffici finanziari, narcotraffico, riciclaggio mafioso, prostituzione in grande scala.
Nell’isola vi e’ una parte francese ed una olandese; la prima e’ Francia, esattamente come Place de la Bastille, con capitale Marigot; la seconda e’ uno stato in qualche modo associato all’Olanda, con capitale Philipsburg. La frontiera non è visibile, ma sulle carte c’e’; in qualche angolo si possono vedere degli antichi cippi di confine, sopravvissuti alla speculazione edilizia che ha sconvolto l’isola.
L’euro e’ largamente utilizzato, ma meno del … Continua a leggere...
Un cantuccio incantato
Nonostante tutto il male che ho detto della Guadalupa e della Martinica, ho trovato assolutamente delizioso un angolo di quest’ultima isola . Mi ha incantato e non ho voglia di andarmene.
Mi e’ gia successo altre volte: a Corvo, a Kassos, nel sud del Cile. Sono luoghi alla fine della strada, di un isola, del mondo. Oltre non si puo’ andare e l’animo mio irrequieto vi trova pace. Da qui è impossibile “andare un pò più in là”; bisogna per forza di cose tornare indietro. E quindi mi rassegno e pur di non tornare indietro, mi ci accomodo.
Qua siamo a Grand’Riviere, l’ultimo paese del nord della Martinica. La strada, minima e tortuosissima vi arriva esausta e si spegne. Solo scoscesi sentieri permettono di proseguire verso l’altro lato del vulcano che sovrasta il paesino e tutto il nord di questa brutta isola. E’ lo stesso vulcano della … Continua a leggere...
Martinica
Altra isola francese ai Caraibi, prossima alla Guadalupa, la Martinica e’ un posto del tutto eccezionale. Sono infatti pochi, al mondo, i luoghi così totlamente privi di interesse. I Caraibi sono altrove, le spiagge anche. La Martinica sembra veramente uno di quei luighi dove non andare mai e per nessun motivo.
Piu’ piccola della Guadalupa, ma molto piu’ ricca, sviluppata e frenetica. Grandi zone industriali, autostrade, svincoli, ingorghi, incidenti, stress in quantita’. Misteriosi i motivi di tanta attivita’ economica. Popolazione molto meticciata nei geni, nella mentalita, nei costumi rispetto alla Guadalupa, dove due popoli si fronteggiano. Per questo motivo alla Martinica c’e’molto meno razzismo rispetto alla Guadalupa.
Assoluta mancanza del sapore tropicale. Invasione di pensionati francesi, ogni coppia nella sua villetta, in stile finto caraibico con la barchetta parcheggiata nel giardino, in attesa che i padroni ritornino dalla Metropole, come loro chiamano pomposamente … Continua a leggere...
La tristezza della Guadalupa. (Non andateci)
Che consigliare? Vale la pena di andare alla Guadalupa oppure no?
La risposta e’ certa, chiara, rotonda, netta: no.
Eppure i punti positivi sono numerosi: pur trovandoci ai Caraibi è un’isola francese, quindi è come essere in Europa. da un punto di vista amministrativo siamo proprio in Europa. Di conseguenza le condizioni di vita, di sicurezza, sanitarie e sociali sono come in Francia; del tutto comparibili a quelle che troviamo in Italia. In altre parole si puo’ vivere alla Guadalupa come se si fosse all’isola d’Elba, pur vivendo nel clima e nei paesaggi dei Caraibi. Una accoppiata molto comoda, bisogna riconoscere.
Ci sono poi delle bellissime spiagge ed una grande e verdissima montagna ricca di vegetazione tropicale che si puo’ anche percorrere a piedi.
Inoltre si mangia molto bene alla Guadalupa. La cucina delle Antille e’ varia, saporita, succolenta e gustosa. Intingoli che si possono principalmente trovare nelle modeste trattorie … Continua a leggere...
Razzismo alla Guadalupa
In quest’isola dei Caraibi, appartenente alla Francia, l’umanita’ e’ veramente riuscita a complicarsi la vita. Vi sono 400.000 abitanti suddivisi in una grande quantita’ di gruppi diversi.
Vediamoli: il gruppo fortemente maggioritario e’ composto dai discendenti degli schiavi africani. Nelle strade rappresentano la grande maggioranza dei passanti; ma vi è anche una buona percentuale di meticci, a volte assai chiari. Quest’ultimi se la tirano tantissimo e fanno combriccola a sè. Tipico, ad esempio, all’uscita dai licei, veder sciamare gli studenti in gruppi della stessa tonalita’ di colore della pelle. A conferma del fatto che la segregazione razziale esiste e si perpetua fin dall’infanzia. E siamo in Europa, si badi bene.
Poi vi sono i bianchi, a loro volta suddivisi in diverse categorie. I Beke’ sono i discendenti dei padroni delle terre e degli schiavi. Furono mandati nel 1600 dal Re di Francia a prendere possesso di quelle terre … Continua a leggere...
La brutta vita della Guadalupa
Stranissimo mondo la Guadalupa. E’ una colonia francese ed è quindi come essere in Francia, ma ai Caraibi, o alle Antille, come dicono loro; poco più a nord della Martinica. La Guadaloupe è un’isola ricca di belle spiagge e di una grande catena montuosa dalla rigogliosissima vegetazione. Nei pressi le isole minori de Les Saintes e la meravigliosa Marie Galante.
Purtroppo il turista ci vive male. Non sono capaci di ben accogliere il visitatore. Vi sono aspetti incredibili.
Non esistono i bar! Da dimenticare di riposarsi a fine giornata, in vista mare, con una bella birra. Li ho cercati dappertutto, ma di bar ne ho trovato pochissimi, e quei pochi mi son sembrati brutti, trasandati, costretti in miseri angoli, con vista al massimo su un parcheggio. Se hai sete devi andare in uno dei loro alimentari e comprarti una birra, che puoi bere su una sedia zoppa, … Continua a leggere...
Casas particulares a Cuba.
Fra le numerosi croci che i volenterosi turisti a Cuba devono sopportare vi è quella di voler alloggiare non negli alberghi, statali, ma in case private. Le famose (osannate da alcuni, considerate famigerate da altri) casas particulares.
Molti le preferiscono agli alberghi sia perchè costano nettamente meno, sia perchè è possibile portarvi le ragazze più facilmente che in albergo. Certi dicono che è anche per avere maggiori contatti con i cubani e la loro vita quotidiana (è difficile vivere a Cuba)
Per un cubano, affittare delle stanze della propria casa è una fortuna colossale. La legge permette loro di affittare fino ad un massimo di tre; prima non si potevano superare le due camere. Il proprietario che affitta delle stanze si assicura delle entrate etra, elevate ed in CUC, ben più importanti di quelle che riceve dal suo lavoro statale. Da ciò ne consegue che la sua … Continua a leggere...
Aver casa all’Avana.
Se proprio volete vivere a Cuba, come spiegato qua, è necessario trovare una casa. E ciò è ancora più difficile che ottenere il visto.
Ogni cubano ha la sua casa ed ogni casa ha il suo cubano dentro. Non ve n’e’ nemmeno una libera per voi. Forse qualcuna in campagna, ma dove non vi interesserà vivere. Come fare? Naturalmente vi sono alcune soluzioni:
- Piazzarsi in una casa particular. E’ possibile scegliere una casa bella, confortevole, con padroni di casa simpatici (non facile, riunire le tre condizioni) ed avere la propria stanza. Ma resta pur sempre una fastidiosa coabitazione con una famiglia che vi chiederà mille piaceri (economici), turisti sessuali che porteranno in casa vostra frotte di ragazze per una notte o turisti normali, magari con prole rumorosa. Da tenere anche presente che le casas particulares sono abbastanza care, comparabili ad un hotel economico europeo. Farsi da mangiare