Io, i francesi, non li reggo più.
Devo confessare che io non reggo più i francesi. Non li sopporto proprio più. Ho anche smesso di andare in Francia, di vedere la televisione francese, di leggere i loro libri, di vedere i loro film, di ascoltare la loro musica, di interessarmi alle loro faccende, fossero pure i Gilets jaunes.
Perché? Non lo so di preciso, ma non ne posso proprio più.
Eppure ho subito una loro profonda influenza culturale, ne ho imparato bene la lingua, ho seguito gli affari politici e culturali, ho vissuto in mezzo a loro, ho apprezzato il camembert, ho avuto capi, colleghi, sottoposto francesi. Poi ho detto basta.
Ora ne sono profondamente insofferente.
Mi da fastidio come parlano; con quel tono un po’ scocciato e supponente di dover spiegare cose ovvie che l’ascoltatore dovrebbe sapere, se non fosse così ottuso; sbufficchiando e facendo la bocchina a culo di gallina. E i loro modismi? Quel ripetere le solite quattro viete formulette che vogliono sembrare disinvolte, ma sono solo penose. (pas terrible, pas possible, vachement, c’est deguelasse, du n’importe quoi, allez! c’est parti!). Che se gliele togli restano lì a boccheggiare muti come trote appena pescate. Il vizio di usare molte parole per dire poche cose. L’uso di parole che vorrebbero essere spiritose quando invece sono solo trite e ritrite: godasses per scarpe, bagnole per macchina, à poil per nudo, mec e nana per uomo e ragazza. Insopportabilmente stucchevole e ripetitivo.
Il loro senso dell’humour? E’ sbalorditivo come possano ridere di battute sempre uguali e mille volte ripetute. Possono assistere allo stesso numero comico ripetuto e ripetuto quasi identico e continuano a riderne. Monotonia, nessuna variazione agli schemi. Sono così contenti di aver capito la battuta che vi si afferrano, impauriti di non capire la seguente, diversa.
Sembrano sempre un po’ arrabbiati, come se la tua esistenza li disturbasse, in qualche loro affare di primaria importanza. Si guardano gli uni gli altri con insofferenza e superiorità; sono obbligati ad ignorarsi o a scontrarsi, quando non possono ignorarsi.
Prendete le donne eleganti. Guardate le loro gambe: hanno sempre dei tacchi accentuati e dei polpacci magri, con i muscoli nervosi, ben scolpiti, tesi ed indaffarati. Tacchettano qua e là smaniando e dando ordini, appena possibile.
Gli ordini vengono impartiti ricoperti da formule di politesse a cui più nessuno crede; ampollose, ma dette con toni ultimativi che lasciano intravedere la fucilazione alla prima esitazione (s’il vous plait, j’aimerais bien, puis-je vous demander, voudriez-vous bien).
E’ un continuo gioco di intimidazione e apparenti buone maniere. I francesi cercano di sopraffarsi vicendevolmente a colpi di fioretto. Si dicono cose terribili con modi apparentemente gentilissimi. Si disprezzano con raffinatezza.
Naturalmente tutto ciò ha una spiegazione. La Francia è di gran lunga il paese più antico dell’Europa occidentale. Inghilterra e Spagna sono arrivati all’attuale consistenza in epoche più recenti; Italia e Germania da ben poco tempo. La Francia è stata, invece, un paese unitario (con modeste differenze dai confini attuali) da sempre, con una forte monarchia centrale di stanza a Parigi. Questa città è assolutamente centrale in Francia, tutto è concentrato lì. Non vi sono equivalenti di Milano, Barcellona, Amburgo, Francoforte. A Parigi risiedeva un re potentissimo, circondato da una folla di nobili che componevano la Corte. A cui si aggiungevano artisti, intellettuali, condottieri. La crema di una nazione intera era concentrata a Corte, dove sbafavano il frutto del lavoro di milioni di disgraziati che languivano nel resto del paese. Ed è a Corte che nasce la cultura dei francesi; non nei borghi come in Italia, nei conventi come in Spagna, nei castelli in campagna come in Inghilterra o nei magazzini delle merci come in Olanda.
Immaginiamoci quindi una società di ricchi oziosi che si disputano l’un con l’altro la benevolenza della Maestà, accompagnata immancabilmente dai soldi degli appannaggi. E come si combattono questi ricchi, pigri, dispettosi ed infantili Signori? Con le battute salaci; con le risposte acide; con l’astio del mio sangue più blu del tuo; con l’eleganza raffinata dei modi e degli abiti, ma non certo dell’animo; con il disprezzo verso gli altri. Bisognava scintillare per attrarre l’attenzione del Re, ed i suoi soldi. Si doveva essere brillanti di spirito, svelti di lingua, eleganti nei modi. La sostanza contava poco, l’immagine moltissimo. In quelle Corti avvelenate dagli odi doveva predominare l’abitudine sciacallesca di sbranare chi si trovasse in difficoltà; un avversario eliminato! Tutto ciò è la cultura francese attuale.
Di particolare sgradevolezza è, ai giorni nostri, l’ultima abitudine appena menzionata. Se il loro interlocutore falla in un qualche modo, il francese medio è subito pronto ad avventarglisi contro facendogli rimarcare l’errore commesso, l’imprecisione dimostrata, una qualche inadeguatezza nello svolgere un compito. Pare che ne godano a rinfacciarsi le cose: totale mancanza di signorilità, umanità, sensibilità. Degli avvoltoi in cerca delle mancanza altrui. Ed è per questo che quando un francese si trova in fallo, reagisce con veemenza; per parare i colpi che stanno per arrivare copiosi.
L’arroganza e la supponenza grondano copiosi in Francia, grande guele la chiamano loro stessi. La mancanza di educazione impera sovrana. Ad una cena formale a cui partecipavo ho sentito un francese dire che gli italiani sono tutti magnaccia. Non conto le volte che dei francesi, appena si son resi conto del mio accento italiano, hanno esclamato felici: “Mafioso”. Innumerevoli le volte che non riconoscendo il vostro accento vi chiederanno da dove venite; e non perché gliene importi qualcosa, ma solo per farvi rimarcare il fatto che siete stranieri; giusto per tenervi a distanza. In un ristorante a Tolosa si sono rifiutati di servirmi perché in compagnia di una donna nera.
In questo contesto è facile immaginarsi come i francesi abbiano trattato, trattino e tratteranno i loro colonizzati prima in Africa e poi in casa loro. Abissi di razzismo, molto spesso mascherato da quell’aria di accondiscendenza che è gentile avere nei confronti degli inferiori. Paternalismo, aria di sufficienza, velato (se non aperto) disprezzo. E’ una cosa insopportabile. Non c’e’ quindi da meravigliarsi se, frequentemente, divampino episodi di cieca violenza; come quando bruciavano le macchine o si organizzano attentati terroristici. Se ci avete fatto caso gli autori di quest’ultimi sono quasi tutti nati in Francia. Si dicono combattenti islamisti, ma le loro azioni credo siano, più semplicemente, risposta al disprezzo di cui quelle persone, e le loro comunità, sono state fatte perennemente oggetto.
Qualcuno dirà che non tutti i francesi sono così e che vi sono delle eccellenti e sensibili persone. Ovviamente è così, soprattutto nelle contrade marginali del paese. Ma essendo la Francia una nazione straordinariamente accentrata, lo spirito, le abitudini, l’essenza del paese si costruisce a Parigi e da lì si irradiano incontenibili verso il resto della Francia.
Io non ci vado più, per non rovinarmi il fegato, ed altrettanto consiglio a voi.
Articolo geniale, lucido specchio di una realtà che vedi solo quando ci sei a contatto. Per non parlare della nullità della scuola, perfettamente in linea con la cultura. Dopo 15 anni, sto seriamente pensando di tornare in Italia.
Gentilissimo Viaggiatore … che piacere leggere il Tuo articolo ! Ho vissuto 10 anni a Mougins, dove ho acquistato una bella Mas Provenzale, venivo dal Sud , abituato a posti come la Costiera Amalfitana, Ischia, Capri . Alla morte di mio padre , ho venduto la casa dove sono cresciuto, e ho comprato in Francia, nel 2010 . Avevo voglia di vedere altro, spostarmi piu’ al centro Europa, avevo pensato, non sara’ troppo diverso, alla fine erano Italiani in Costa Azzurra , sono sul Tirreno, areoporto di Nizza a 30 km , insomma, credevo che alla fine , non sarebbe stato tanto male …o mio Dio !!! Sappiate che,( a volte tendiamo a vedere “l’erba del vicino ” piu’ verde) , nella zona dell’Etang di Mougins, dove e’ la villa di Picasso , e dove e’ situata la mia villa …ho combattuto con i ladri nel mio giardino, almeno una volta alla settimana, come vicini , della mia proprieta’ , ho il piu’ grosso commerciante di Uranio dal Congo (potete immaginare come siano “puliti ” i soldi di questo tipo ( qui non posso fare il cognome, ma persone inquietanti !) …ed il Presidente della Costa D’Avorio, Mr Quattara (qui lo posso fare il nome …e’ di dominio pubblico , mi verrebbe da chiedere , che ci fai qui stabilmente, mentre la tua nazione e’ allo sbando …e tanti altri di questo genere ! La verita’ , e’ che “de facto” la Francia e’ ancora una potenza Imperialista , controlla l’Energia, (57 Centrali Nucleari di cui 37 funzionanti ! Un numero enorme !) , sfrutta popoli, fomenta guerre , giocano sporco e , per natura del Francese , in totale delirio di onnipotenza, calpestando ed umiliando chiunque . Vi ricordate l’esperimento di Mururoa , un atollo saltato in aria, per una dimostrazione di un loro rdigno nucleare ? Ebbene i Servizi Segreti Francesi, debbero il delirante coraggio , di mettere dell’esplosivo , sotto una barca a vela di Greenpeace , uccidendone un paio , se non ricordo male …questo fa capire la loro Visione ed il loro approccio alle cose ! Il divertente, e’ che comunque, sono un popolo di “minchioni” , ad esmpio, se sei uno un po’ piu’ “sveglio”, riesci sempre a fregare, far passare qualsiasi cosa , con la dialettica convincerli del contrario, qualsiasi Agente di forze dell’Ordine Francese . Cosa che risulterebbe difficile, con un nostro Tutore dell’Ordine , molto piu’ smaliziato ! Sono dei Ladri di polli , di una disonesta’ disarmante, a livello di caramelle dai bambini o la borsetta della vecchietta’ , la Costa Azzurra, e’ un posto, dove il 50% della Donne che incontri sono piu’ o meno Escort , e’ veramente patetico e ridicolo, ma Parigi non e’ da meno . A Monaco (Montecarlo per noi Italiani, la percentuale puo’ arrivare al 95% …tutte alla ricerca di uno “Sugar Daddy” da pelare … Una volta, in un posto molto trendy, il Sass Cafe , di Monaco, il figlio del proprietario mi ha detto “O Italian …de le Sud …attento all’orologio …! Non c’e’ l’ho fatta, ridendogli in faccia, gli ho detto che il suo business, si regge sul fatto che e’ frequentato solo da Escort, e che non e’ altro che un Lenone in forma diversa. I Francesi odiano gli Italiani (in generale tutti ! ma gli Italiani particolarmente ! ) ma mangiano Italiano e vestono Italiano ! Non hasnno il senso di Comunita’ , di Famiglia, il senso dell Amicizia , le persone sono di una tristezza e di una solitudine inimmagginabile … ! Potrei continuare all’infinito , ma credo , sia sufficiente !
Personalmente , sto vendendo la casa in Francia , e di corsa, e mi sono trasferito a Sanremo, dove , la qualita’ di Vita e’ ottima, la gente e’ cordiale, ci sono molte piu’ persone per bene …insomma tutta un altra musica ! Viva l’Italia , con tutte le nostre , a volte ” distorsioni” , dovute alla Storia ed a motivi geografici ( un Paese sviluppato per Longitudine, dove ogni 100 km, cambia totalmente la cultura, la lingua, la cucina e che nello stesso tempo, e’ la Nostra Grande Ricchezza ) …insomma , Viva l’Italia
Sergio La Torraca , Sanremo
Ho lavorato con i francesi per parecchi anni. Confermo. Arroganti, presuntuosi. Nei nostri confronti hanno un atteggiamento di malcelato disprezzo. Ci vedono come noi vediamo gli zingari. Non riescono a sopportare il fatto che noi si possa essere migliori di loro in qualche cosa. Non perdono occasione per manifestare il loro disprezzo con frasi pungenti e maleducate. Francamente, non mi sono per niente simpatici. Preferisco di gran lunga i tedeschi, anche se a volte anche loro non sono certo simpatici nei nostri confronti.
Hai descritto perfettamente il loro comportamento.
Io ho vissuto in Francia 5 anni,i francesi imitavano gli italiani in tutto,al mio amico francese dicevo usa una tua personalità,e lui continuava ad uguagliarmi nel modo di fare nell’approccio e nel parlare pulito.iva