La Riviera Romagnola, il posto più brutto del mondo.

Aprile 6, 2015 4 Di ilviaggiatorecritico
Rimini_Beach_02

“Rimini Beach 02” by Christophe Finot

Il vostro Viaggiatore Critico si è preso la briga di caricare la bicicletta in macchina, di andare a Rimini e di passare una settimana intera pedalando su e già per la riviera romagnola, da Gabicce fino al Lido di Savio. In altre parole ha percorso di buon passo i seguenti luoghi, cosiddetti turistici, da nord a sud: Lido di Savio, Lido di Classe, Milano Marittima, Cervia, Pinarella, Cesenatico, Gatteo a mare, San Mauro a mare, Bellaria, Igea Marina, Viserbella, Viserba, Rimini, Riccione, Misano, Cattolica, Gabicce mare. In tutto 66 km, fatti e rifatti, sul lungomare o restando, comunque, il più possibile vicino al mare.

Può quindi affermare, in tutta coscienza e con cognizione di causa che la Riviera Romagnola è uno dei luoghi più brutti del mondo.

Un incubo di bagni tutti uguali per 66 km. Viabilità contorta, confusa e modesta. Albergucci e pensioncine tristi e squallide. Un miliardo di ristoranti, trattorie, tavole calde e simili di pessima qualità. Personale meccanico e scostante. Una invasione perenne di russi con la buzza. L’ossessione del risparmio: ovunque prezzi bassissimi e continue offerte; disprezzo per la qualità. Sfilate infinite di negozietti di pakistani pieni di paccottiglia per turistame all’ultimo grado. Ancora bus e bus di russi. Pessime le onnipresenti piadine. Sale giochi ovunque.

E ciò a Rimini; nelle località minori è ancora peggio. Edilizia povera degli anni ’70, la peggiore che la storia dell’architettura ricordi: villette, piccoli condomini, giardinetti brulli fatti al minimo investimento. Adatti forse alle vacanze del boom economico, ma del tutto deprimenti oggi. Molte colonie estive di decenni fa, con i loro grandi giardini; ormai abbandonate, dirute, decadenti e fatiscenti. Case vacanze parrocchiali intitolate a santi e a santerelle. Spezzoni di pineta dove alberga un povero malaffare sessuale. Penosi tentativi di darsi un tocco di classe in certi luoghi come Milano Marittima o Riccione, ma rapidamente tirati a fondo dalla contiguità con Gatteo a Mare o Viserbella.

Poca cura ovunque. Si tende a far ciccia, i grandi numeri. Gli alberghi hanno convenzioni con i ristoranti, all’insegna del risparmio dei centesimi. Menu turistici al costo di una colazione. Alienazione completa del rapporto con gli addetti, impossibilità di stabilire rapporti umani. La ressa, la velocità del servizio, la ben conosciuta indifferenza romagnola lo impediscono.

Tutto brutto, povero, misero, vittima dell’incuria, raffazzonato. Ovunque, sempre. Nomi esotici e pretenziosi su locali dozzinali e scortecciati. La massima distanza fra il volere ed il potere. Polvere.

Posti infelici, costano poco, ma valgono meno, non andateci.

Se vi ci hanno portato a forza cercate di andare a vedere il meraviglioso Museo di Verucchio, vi rifarete gli occhi. Oppure andate a nord: Comacchio, Chioggia, il meraviglioso Delta del Po.