Categoria: Viaggiare in Libano

Non vi è dubbio che viaggiare in Libano per turismo sia una esperienza forte. Paese antichissimo e percorso da tremendi conflitti dall’antichità fino ad oggi, il Libano presenta degli aspetti di enorme interesse. Ma il turista attento e consapevole non potrà non captare il fondo di dolore che questo paese non cessa di patire.

Come prima cosa il turista resterà impressionato dal grande numero di gruppi diversi per origine, storia, religione e cultura. Sarà per lui fonte di grande meraviglia trovare, ad esempio, nel centro di Beirut, le cattedrali/moschee di 5 o 6 religioni diverse a poche decine di metri l’una dall’altra. Se non addirittura confinanti. E ciò gli apparirà come un grande segno di convivenza e di tolleranza.

Ma poi passeggerà in città o viaggerà all’interno del paese e noterà lo straordinario livello di “militirazzazione” del Libano. Fra esercito nazionale, gruppi locali ed “osservatori” in incognito, il turista si accorgerà che non si muove foglia che non sia controllata ed annotata. Tutti controllano tutti; con calma e cortesia, ma inesorabilmente. Molti i tipi agli angoli che guardano a destra e a sinistra; per conto di chi? Non si sa.

Poi il turista che ha deciso di viaggiare in Libano si renderà conto della enorme quantità di rifugiati siriani presenti in ogni luogo. E vedrà che i libanesi li hanno accolti volentieri e ben integrati, sia pure sfruttandoli appena possibile soprattutto nei lavori edili ed agricoli. Il Libano ha un numero, proporzionalmente, di rifugiati molto più alto dell’Italia, eppure non fanno tante storie. Altro esempio di tolleranza.

Ma ecco che poi, il turista, parlerà con dei libanesi, in francese, in inglese, in arabo, chi può, e si renderà conto che tale tolleranza in realtà copre dei conflitti profondissimi fra i diversi gruppi etnici. Nelle chiacchere con i libanesi verrà spesso fuori l’odio ed il disprezzo degli uni verso gli altri. Io l’ho trovato soprattutto nei cristiani maroniti contro i mussulmani sunniti. E questo odio e disprezzo si percepirà anche nei comportamenti pubblici delle persone. Cristiane che sfoggiano minigonne cortissime e mussulmane con il velo castigatissimo sembrano usare i loro vestiti come clave culturali per rivendicare con forza la propria identità in contrasto con quella degli altri.

Il visitatore resterà un pò sconvolto da tutto ciò, ma fortunatamente poi andrà in un ristorante e si ristorerà con la meravigliosa cucina libanese (anche per la pasticceria).

In Libano per la cucina

E’ come per il Vietnam. Anche del Libano ho mparlato assai male qui e qui, e non so proprio se avrò voglia di tornarci. Certo è che quando me ne sono andato non mi è dispiaciuto, cosa rarissima per me, successo poche volte.

Ma una cosa è meravigliosa, in Libano e per lei un viaggio è più che giustificato: la cucina.

Ma non tutta la cucina, che nei secondi piatti sovrabbonda la carne, spesso alla griglia e spesso un pò rinsecchita, che sembra di essere in Brasile. E nemmeno per la gamma dei kebab, che pur vari e ben migliori di quelli che si trovano da noi, non mi hanno mai entusiasmato.

No, la meraviglia sta nei Mezze. Tipici di tutta l’area ex-ottomana, raggiungono in Libano vette di assoluta purezza. Si tratta semplicemente di antipastini che vengono serviti all’inizio del pranzo. Dal … Continua a leggere...

Di ilviaggiatorecritico Febbraio 19, 2018 0

Come distruggere un paese

I Libanesi sono commercianti da quando erano Fenici e battevano tutto il Mediterraneo, trafficando e stabilendo basi. Hanno continuato a farlo fino ai giorni nostri impiantando comunità in America Latina fin da fine ‘800 e poi in America del Nord, in Africa, in Francia. Questo fenomeno si è particolarmente intensificato durante la guerra civile fra il ’75 ed il ’90, quando molti giovani raggiungevano le loro famiglie all’estero, per trovare un’alternativa alla carneficina in patria. Si parla di famiglie in senso vasto: un padre poteva mandare il proprio figlio da un cugino di terzo o quarto grado, che viveva in Costa d’Avorio, per fargli fuggire la guerra. Ed il bis-bis-cugino, che magari non lo aveva mai visto, accoglieva il giovane e lo inseriva nei propri traffici (traffici, non commerci).  Ma gli emigrati continuano comunque ad avere grande attaccamento al loro luogo di origine, anche dopo generazioni di distacco.

I metodi … Continua a leggere...

Di ilviaggiatorecritico Febbraio 12, 2018 0

I dolori del Libano

Il Viaggiatore Critico ha osservato per anni i libanesi in Africa ed ha visto da vicino tutti le porcherie senza nome che fanno. Ha finito per detestarli; e non a causa di uno sciocco pre-giudizio, ma proprio sulla base di un sereno giudizio delle loro tremende e ciniche abitudini truffatrici. Ha quindi voluto andare a vederli a casa propria.

Ne son rimasto molto impressionato. Un viaggio  breve, nel quale non sono stato affatto bene, ma che mi ha sollevato ondate di interesse e smania di volerne saper di più. Ma in Libano la conoscenza è difficile e porta dolore.

Da un lato si è sbalorditi dal numero e dalla complessità della miriade di comunità diverse che compongono quel piccolo paese. Se mi pareva complicato il mondo dei Balcani, qui è mille volte più articolato. Tutti parlano l’arabo, si diversificano piuttosto per religione od origine. Nel centro di Beirut, nel … Continua a leggere...

Di ilviaggiatorecritico Febbraio 5, 2018 0

Il Paradiso ha un indirizzo

Il Paradiso esiste e si trova in Libano, nel nord, nella città di Tripoli. Ai margini del centro si trova la sede prinicipale e storica della pasticceria Rafaat Hallab dal 1881. (Altri sedi in altre città, si può acquistare anche on-line.)

E’ un palazzetto di stile eclettico – orientale che ospita un paio di belle sale, una di stile moderno, l’altra di eleganza borghese, un pò stantia. Il personale è numeroso, impeccabile, gentile, efficente, rapido, attento. Si entra e si trova sulla destra il banco frigorifero dei gelati con accanto il bancone della pasticceria di tipo occidenale.

Al centro, un bancone dove si ricevono gli ordini e si consegnano i pacchetti da portare via. Dietro ai commessi il vero e proprio bancone della pasticceria orientale. Le persone ordinano i pasticcini con il loro nome; ma allo straniero che non li conosce si permette volentieri di aggirare il bancone delle … Continua a leggere...

Di ilviaggiatorecritico Febbraio 1, 2018 0

Mercati mondiali

Il Viaggiatore Critico ha notato, come avranno fatto in molti, la profonda modificazione che hanno avuto certi mercati alimentari delle grande città. Quegli edifici, spesso di architettura elegante e leggera, fatti di ferro, ai tempi della Torre Eiffel; oppure di nervature di cemento, se più recenti. Posti sempre nelle zone centrali delle città dove il popolo andava a rifornirsi di verdura, frutte, grani e, quando possibile, carne e pesce.  Luoghi in antico pieni di confusione, spesso di sporcizia, di gente di bassa lega. Sembrava veramente di essere al mercato. Io li visito spesso, mi piacciono e mi piace vedere la verdura esposta: da un sacco di informazioni sulla città.

Poi sono arrivati gli urbanisti, gli architetti, gli assessori, gli imprenditori. In poche parola: la turistificazione. Probabilmente il primo caso è stato Les Halles di Parigi, poi hanno seguito tutti gli altri.  Cosa sono diventati?

In quasi tutti i casi … Continua a leggere...

Di ilviaggiatorecritico Marzo 7, 2016 0