In Libano per la cucina
E’ come per il Vietnam. Anche del Libano ho mparlato assai male qui e qui, e non so proprio se avrò voglia di tornarci. Certo è che quando me ne sono andato non mi è dispiaciuto, cosa rarissima per me, successo poche volte.
Ma una cosa è meravigliosa, in Libano e per lei un viaggio è più che giustificato: la cucina.
Ma non tutta la cucina, che nei secondi piatti sovrabbonda la carne, spesso alla griglia e spesso un pò rinsecchita, che sembra di essere in Brasile. E nemmeno per la gamma dei kebab, che pur vari e ben migliori di quelli che si trovano da noi, non mi hanno mai entusiasmato.
No, la meraviglia sta nei Mezze. Tipici di tutta l’area ex-ottomana, raggiungono in Libano vette di assoluta purezza. Si tratta semplicemente di antipastini che vengono serviti all’inizio del pranzo. Dal … Continua a leggere...
In Vietnam per la cucina
Nonostante tutto il male che ho detto del Vietnam, riconosco volentieri che c’è un ottimo motivo per andarci, tanto che, per questo, ci tornerei volentieri.
La cucina vietnamita è celestiale. Si svolge molto per strada, segno di veracità: verso mezzogiorno, nelle strade del centro di Saigon, si vedono arrivare molte donne di mezz’età. Hanno, sulla spalla, un lungo bastone alle cui estremità si bilanciano due secchi, uno per parte. Camminano rapide, con quella specie di trottello che è tipico degli asiatici, mantenendo in perfetto equilibrio il bilanciere. Giunte nel loro angolino abituale, fanno uscire dai secchi: pentole piene di cibo già cucinato, piatti, bastoncini, cucchiai e dispongono il tutto sul marciapiede e si accoccolano in quel modo impossibile che riesce solo a looro, magrissime. Dopo poco cominciano ad uscire gli impiegati dagli uffici, vanno di donna in donna fino a che ne scelgono una e si fanno servire il pranzo, … Continua a leggere...
I mali di Creta
Creta, la cui visita è pur consigliabile, ha un sacco di problemi da un punto di vista turistico. E’ un eccellente esempio di come non bisognerebbe fare. Le cause sono molte, come sempre quando si parla di iperturistificazione.
Per prima cosa vi arrivano, con un gran numero di voli, diverse compagnie low cost. Viaggiano da aprile ad ottobre, Ryanair ha la ua base a Chania, altre ad Iraklion. La quantità di gente che arriva è impressionante. Molti sono ragazzotti/e del Nord Europa che si sfondano d’alcol aggirandosi abbrostoliti e vociferanti per la stradine di Chania, esattamente come fanno a Firenze. Il porto di Chania, gioiello veneziano e turco, è ridotto ad un luna park di ristoranti, barretti e bancarelle.
Altri turisti, più organizzati e meno alcolizzati, lasciano Chania e si sparpagliano per il resto dell’isola, affittando auto a bassissimo prezzo (almeno non nel pieno della stagione) … Continua a leggere...
El asado, arrosto culturale.
Fenomeno centrale nella cultura popolare argentina, cilena, uruguyana e del sud del Brasile e’ el asado ovverosia il barbecue, la carne alla brace.
Non e’ un cibo: e’ un rito, una cerimonia, un fenomeno sociale trasversale e federatore.
Le origini sono chiare: le sterminate pampas del sud del continente, una volte liberate dagli indios opportunatamente massacrati, sono diventate infiniti pascoli per infiniti branchi di bovini ed ovini bradamente allevati. Portati poi all’industria per essere trasformati in scatolette di carne, lasciavano molti tagli inutilizzati che gli operai consumavano arrostiti durante la pausa pranzo.
Ancora prima di essere portati al macello, gli animali nutrivano i loro pastori, i famigerati gauchos, che li arrostivano, la sera, negli accampamenti, sul bordo di uno dei rari ruscelli della pampa.
L’abitudine e’ poi penetrata nel corpo sociale. La domenica, nei quartieri popolari, le famiglie portano sulle vie i loro bracerini ed arrostiscono scambiando … Continua a leggere...
La cucina bulgara
Par di capire che l’eccellente cucina bulgara si basa su quattro caposaldi.
In primo luogo le zuppe, molto numerose. Per l’estate vi è la deliziosa Tarator: fredda a base di yogurt e cetrioli. Sempre presenti quella di fagioli e quella di trippa. Poi le altre. Sono tutte piuttosto liquide, ma con degli elementi solidi abbastanza grossi dentro: pezzi di cetriolo, polette di carne, fagioli interi, brandelli di pesce o di trippa. Sono quindi dei “mangia e bevi” . Quasi tutte deliziose, che fanno bene al corpo e all’anima. Evidenti gli influssi delle ciorbe turche.
In secondo luogo le insalate. La più comune è simile a quella greca, ma con il formaggio
grattugiato invece che a pezzi. Altre sono comunque tipo “del contadino”, molto basiche. Vi entrano anche ortaggi grigliati, soprattutto i peperoni dolci. Ogni ristorante ne ha una bella sfilza nel menu.
In terzo luogo, gli spezzatini in umido, … Continua a leggere...
La cucina Estone
Alcune gioie, ma anche molti dolori nella cucina dell’Estonia.
Gioia assoluta con le zuppe, varie e buonissime. Ve n’è una di nome Seljanka che è di bontà commovente; sembra che sia una mezza parente del Borsch russo. Ma anche le altre zuppe si difendono molto bene. Sono di salmone, di polpette, di crema di barbabietole rosse.
L’aringa ha una grande importanza ed è sempre fonte di grande piacere. Te le ammanniscono in molte manienre diverse: fresca o conservata, fritta, arrosto o mescolata con mille salse diverse. Di gusto sempre molto più leggero di come la conosciamo noi. Non è quindi un piatto molto forte, ma diventa una pietanza delicata.
Buona la pasticceria, di risonanza tedesca, anche se un pò mappazzona. E qui finiscono le note positive.
Per il resto è una catastrofe. I ristoranti hanno pochissimi piatti e sempre gli stessi: filetti di bovino, di maiale, di pollo, di … Continua a leggere...