La cultura del bidone, Capo Verde
Il viaggiatore a Capo Verde che decidesse di avventurarsi fuori dai tristi villaggi turistici di Sal o di Boavista e gettasse un occhio curioso nei cortili dei capoverdiani potrebbe rimanere impressionato dalla quantità di bidoni che vedrebbe. Bidoni grandi, da 200 litri, di ferro, tipo petrolio o di plastica blu con il coperchio a pressione nero. Potrebbe pensare che quei bidoni contengono scorte di acqua, bene scarsissimo in tutte le isole. Ma si sbaglierebbe, il perchè è ben più curioso.
Bisogna sapere che ben due terzi dei capoverdiani vivono all’estero. Ogni isola ha il suo luogo preferito di emigrazione: quelli di Fogo vanno a Brockton, sobborgo di Boston, quelli di Brava nei porti della costa orientale degli Stati Uniti, le donne di sant’Antao in Italia, altri in Olanda, Canada, Portogallo, Francia, Germania, ecc. Come ogni buon emigrante anche i capoverdiani hanno una forte propensione a mandare soldi od altri … Continua a leggere...
Achada Grande, il vino di sudore di donna.
Sull’isola di Fogo, a Capo Verde, non c’e’ solo questa storia sul vino con la sua triste fine. Ve n’e’ anche un’altra, altrettanto triste: eccovela.
L’isola è una montagna vulcanica, con dei fianchi scoscesi e rotti dalle successive colate laviche che raggiungono spesso il mare. Sono posti molto suggestivi, infernali, brulli, scoscesi, battuti dal sole, dal vento, dalla salsedine, dalla nebbia dell’Oceano. Sono posti inospitali, neri, di lava, fortissimi. Un viaggio vi è molto emozionante.
Dal lato più scosceso dell’isola, a mezza altezza, si trova il paese di Achada Grande. I suoi abitanti, producono tradizionalmente un pò di vino per il loro consumo. Hanno dei vigneti lontano dal paese, molto più in alto, verso il bordo del cratere, dove le temperature sono più basse e ci sono maggiori precipitazioni. I vigneti degli abitanti di Achada Grande non sono molto distanti da quelli della comunità di Cha da Caldeiras… Continua a leggere...
Isola di Fogo, Capo Verde. La fine di una storia complicata ed istruttiva.
Il lato brutto della bella vicenda finora narrata ha un nome ed un volto.
La popolazione di Cha das Caldeiras è una popolazione montanara, abituata alle difficili condizioni del luogo, arido, a volte freddo, ostile, solitario. Nelle isole di Capo Verde la violenza è assai diffusa, probabile retaggio delle angherie commesse dai Portoghesi; gli abitanti di Cha non sfuggono alla regola: molte botte ai bambini e alle donne, le quali non risparmiano coltellate. Profondi odi fra gli uomini, alcolismo devastante, un antico omicidio legato ad un furto di fichi. Una popolazione in perenne fregola, in quella frenesia sessuale tipica del mondo africano lusofono: molte le storie di corna. Sordi rancori intestini covano nella popolazione.
In questo difficile amalgama trova il modo di emergere ed imporre la sua volontà un uomo. In questo percorso è accompagnato da sua moglie, appartenente alla famiglia dello storico Presidente della Repubblica di Capo Verde.
Quest’uomo, … Continua a leggere...
Isola di Fogo, Capo Verde. L’inizio di una storia complicata ed istruttiva.
Questa è una storia complessa ma molto, molto istruttiva.
Fogo è una bellissima isola di Capo Verde, vicina a Brava. E’ un solo enorme vulcano spuntato dall’Oceano. Al culmine vi è un immenso cratere vulcanico (caldera) di molti chilometri di diametro, i cui bordi sono parzialmente crollati. Il fondo della caldera è relativamente pianeggiante e sta sui 2000 metri sul livello del mare. Un lato della caldera ospita un paesino di un migliaio di abitanti chiamato Cha das Caldeiras. Dalla caldera emerge imponente un ulteriore e piu’ recente cono vulcanico, chiamato Pico, che arriva a quasi 3000 metri. Per dare un’idea è un cono gelato con la bocca che poggia in una scodella. Stravaganze della natura.
Il luogo è assolutamente sensazionale. Il paesaggio vulcanico, nero e bruno; l’imponenza del Pico; l’assenza, in molti luoghi, di ogni tipo di vegetazione; le colate che si intersecano e si sovrappongono; la … Continua a leggere...
Vomito al vento, fra Fogo e Brava, Capo Verde.
All’isola di Brava (Capo Verde) ci si arriva solo per nave. Ci sono alcun collegamenti per settimana da Fogo ed uno da Santiago. Orari molto variabili a causa delle condizioni dell’Oceano. L’Atlantico non è uno scherzo, fa paura. La nave si prende al porto di Sao Felipe, a Fogo, e vi lascia all’unico porto di Brava, sotto (molto sotto) il piccolo capoluogo. Al porto il turista troverà facilmente un pick-up che lo porterà in paese, seduto dietro, sul cassone. La nave è abbastanza moderna, grande, affidabile; al vederla per la prima volta, il turista si sentirà rincuorato. Le operazioni di imbarco sono lunghe e confuse, come quasi tutto ciò che succede in Africa, ma non destano preoccupazioni. Alla fine si riesce a salire a bordo ed a sedersi.
Fin qua tutto banale. Il problema nasce a bordo, poco dopo la partenza. Per godere del viaggio e per non stare … Continua a leggere...
Balene e delinquenti americani. L’affascinante Isola di Brava, Capo Verde.
Brava, (Capo Verde) è una di quelle isole che sembrano sfidare ogni razionalità, un pò come Corvo delle Azzorre e Pitcairn. Sfide dell’uomo all’impossibile.
Scoperta, insieme alle altre isole d Capo Verde, intorno al 1460 era troppo piccola (tonda, 10 km di diametro) per essere presa in considerazione, nonostante che fosse ricca d’acqua e di vegetazione. Ci furono mandati alcuni schiavi; se liberati o ribelli lì confinati, non è chiaro; coltivavano, allevavano, pescavano. Erano un paio di centinaia di persone ed il loro mondo era solo quell’isoletta. Le cose cambiarono nettamente nel 1675 quando l’ennesima eruzione del vulcano di Fogo, distante poche decine di chilometri (ma di Oceano, temibile), spinse un gruppo dei suoi abitanti a rifugiarsi a Brava, stanchi dei capricci del loro vulcano, che continua fino ad oggi a far danni.
E cominciò la vera colonizzazione di quest’isola. Apparentemente pacifica, dal momento che i feroci … Continua a leggere...
Elegia triste per la Macaronesia
Nebbia e tristezza vagano sulla Macaronesia,
il settimo continente, il più nuovo.
Nato dal fuoco e dal mare, là dove l’Atlantico si apre,
allontanando l’Africa dall’America; aumentando le distanze, accrescendo le solitudini.
Azzorre, Madeira, Porto santi, Canarie, Capo Verde, mi piace aggiungerci Sao Tomé.
Isole nere e rosse di roccia vulcanica; l’estremo verdore delle Azzorre e di Sao Tomé controcanta l’aridità di Capo Verde.
Solo le isole più antiche, Porto Santo, Boa Vista si distendono in pianori sabbiosi e chiari.
Delle Canarie non so, le altre 21 isole sono 21 universi diversi per dialetto, storia e caratteristiche. Universi minuscoli ma completi. Soprattutto complessi.
La natura spadroneggia, il mare è nemico, l’uomo si adatta, se può; se non può, fugge (se ce la fa, più spesso crepava). L’uomo ce lo hanno portato a forza di armi o di miseria o di inganni. Dall’… Continua a leggere...