Una bellissima esperienza in Brasile
Ebbene, sì! Una delle peggiori esperienze fisiche che ci succedono, il vomito, può invece entrare a far parte di una bellissima esperienza e si può trasformare in vicenda desiderata, invece che detestata.
Tutto ciò succede soprattutto in Brasile, ma anche nel resto dei paesi amazzonici. La cosa è interessantissima e può meritare un viaggio, nonostante tutto quello di terribile che ho detto sul Brasile ed il Sudamerica qui, qui e qui.
La faccenda si basa sulla ayahuasca. Si tratta di una liana amazzonica il cui decotto insieme ad alcune altre erbe, provoca delle vivissime allucinazioni visive. Il bello è che non da assuefazione, disturbi della personalità od effetti collaterali. Salvo, appunto il vomito e, a volte, un pò di diarrea. Ma questo vomito è gradevole, è una liberazione del corpo e lo si fa volentieri; non è accompagnato da quei tremendi conati che accompagnano le indigestioni … Continua a leggere...
Il budello di Oliveira al Pecci di Prato
Posate immediatamente quel che avete in mano: tastiera, cazzuola da muratore, borse della spesa, falce e martello, penna, chiave inglese, proprio o altrui pisellone, forbici da parrucchiere o da sarto e correte immediatamente a Prato, al Museo Pecci. (Se non ne eravate al corrente, sappiate che a Prato non ci sono solo tessili e cinesi, ma anche un pregevole Museo di Arte Contemporanea che un mecenate pratese, forte dei guadagni fatti con il tessile – non ancora con i cinesi – fondò alcuni decenni fa in un edificio appositamente costruito e che, pur invecchiato, è pur sempre degno di osservazione ed ammirazione).
Il brasiliano Henrique Oliveira ha costruito, in un salone del museo, una sua opera sconvolgente e meravigliosa che vi ingiungo di visitare ( e di percorrere, è questa la sua peculiarità) subito, o almeno prima che non la distruggono, forse nell’estate 2018. L’opera si chiama Transcorredor, … Continua a leggere...
Mercati mondiali
Il Viaggiatore Critico ha notato, come avranno fatto in molti, la profonda modificazione che hanno avuto certi mercati alimentari delle grande città. Quegli edifici, spesso di architettura elegante e leggera, fatti di ferro, ai tempi della Torre Eiffel; oppure di nervature di cemento, se più recenti. Posti sempre nelle zone centrali delle città dove il popolo andava a rifornirsi di verdura, frutte, grani e, quando possibile, carne e pesce. Luoghi in antico pieni di confusione, spesso di sporcizia, di gente di bassa lega. Sembrava veramente di essere al mercato. Io li visito spesso, mi piacciono e mi piace vedere la verdura esposta: da un sacco di informazioni sulla città.
Poi sono arrivati gli urbanisti, gli architetti, gli assessori, gli imprenditori. In poche parola: la turistificazione. Probabilmente il primo caso è stato Les Halles di Parigi, poi hanno seguito tutti gli altri. Cosa sono diventati?
In quasi tutti i casi … Continua a leggere...
Brasile, vale la pena?
Alla fine del terzo, lungo viaggio, un’idea sul Brasile comincio a farmela. Partito con l’idea che i Brasiliani fossero antipatici ed arroganti ed il Brasile un bel paese; ritorno con la convinzione esattamente contraria: che i Brasiliani sono deliziosi e il Brasile un gigante inutile.
Sono rimasto incantato dai Brasiliani: calmi, gentili, carini, rispettosi, tranquilli, riservati e disponibili. Un amore di gente. Come dicevo per le donne, sembrano sempre a loro agio e moderatamente soddisfatti di se. Non sono arroganti, pretenziosi, non se la tirano, non sono aggressivi. Se ti urtano, si scusano, se li urti ti sorridono. E’ un piacere averci a che fare. Anche coloro che mi hanno rapinato, lo hanno fatto con una certa affabilità. Mai un ubriaco, un mendicante aggressivo, una rissa in strada.
Ed è forse questa grande tolleranza ed accettazione di sè e degli altri che ha provocato l’emersione di numeri sconosciuti … Continua a leggere...
Spiagge brasiliane
La massima aspirazione del turista balneare brasiliano è la seguente: arrivare con le macchine (meglio un bussino) sulla spiaggia in compagnia di almeno altre quindici persone, fra parenti, amici, conoscenti, vicini, amici di amici. Scendere di macchina ed occupare immediatamente il primo tavolino con ombrellone disponibile; quanto più vicino al parcheggio e lontano dal bagnasciuga, meglio. I tavolini sono ad un centimetro l’uno dall’altro; i brasiliani sono molto spesso abbondanti: i camerieri sono maghi di contorsionismo per arrivare a servire. Il secondo passo è ordinare un enorme pranzo, di dimensioni natalizie abbondantemente innaffiato da birra e caipirigne. Mangiare nella calca. Andarsene, senza aver nemmeno guardato il mare.
Quindi le spiagge brasiliane sono inverosimilmente zeppe di gente vicino al parcheggio ed assolutamente deserte 10 metri oltre l’ultimo tavolino.
Il nostro standard di ombrellone, con due sdraie e il telo a terra, non esiste. Qua usano ombrelloni abbastanza piccoli sotto ai quali … Continua a leggere...
Donne brasiliane….
Il Viaggiatore Critico ha osservato con molta attenzione le donne brasiliane e si è chiesto per quale motivo siano così famose nel mondo. Fama che, a suo parere, è del tutto giustificata.
Alcune considerazione generali, assai ovvie:
- i brasiliani sono molti e l’età media è piuttosto bassa, a grande differenza dell’Italia (30 anni in Brasile contro i 44 dell’Italia) Quindi le giovani donne sono molte e fra di loro, anche solo per motivi statistici se ne troveranno molte che sono belle o bellissime.
- In Brasile hanno confluito, volenti o nolenti, molti popoli e razze diverse: gli indios “primi abitanti”, gli europei di molte diverse provenienze, gli africani schiavi ed, infine, i giapponesi durante il XX secolo. Dall’amalgama son venuti fuori moltissimi tipi fisici diversi; quindi vi son donne veramente per tutti i gusti. Tutte le sfumature di colore sono presenti.
- Il clima caldo favorisce lo stare all’aria aperta e la
Che bella Brasilia
Capitale del Brasile della speranza dell’eterno sviluppo. Città creata dal nulla, lontanissimo da tutto; disegnata su carta con la forma di un aereo, simbolo estremo di moderntità, di velocità, di purezza delle linee. Brasilia fu il manifesto di un potere che si voleva razionale ed amante della bellezza, lontano dal folclore tropicale. Fu l’ultimo sussulto del positivismo, ma ingentilito dalla morbidezza brasiliana; non la razionalità nordica, ma quella dalle forme rotonde come quelle delle donne brasiliane. Città certo più ideologica che umana, più costruita a rappresentare un’idea che a servire i suoi abitanti. Non dove esser facile vivervi, ma io sarei orgoglioso di essere un suo cittadino: è bellissima: Brasilia, la capitale federale del Brasile.
Certamente è un pò invecchiata; appare ai nostri occhi, ormai divenuti cinici, molto ingenua. E non ha nemmeno saputo crescere con lo spirito con cui era nata: al di fuori dell’area dell’area delle … Continua a leggere...
La tremenda cucina brasiliana
La cucina del Brasile è passibile di un processo per crimini contro l’umanità aggravati da disastro ambientale e strage di fegati.
Non è una cucina: è una lotta corpo a corpo fra il sedicente cuoco e gli ingredienti, potenzialmente ottimi. La vittoria è sempre del cuoco, gli ingredienti ne escono distrutti, annichiliti.
I sistemi messi a punto per distruggere, in un colpo solo, la qualità degli ingredienti, il sapore ed il piacere del cibo (insieme alla salute del consumatore) sono numerosi, variati, raffinati ed efficacissimi. Eccone alcuni:
- Cotture accanite. La carne e il pesce vengono tenuti sulla fiamma fino a che non divengano delle solette bruciacchiate prive di ogni morbidezza e gradevolezza. Il churrasco (carne alla brace) è uno dei piatti tipici della cosiddetta cucina brasiliana. Si prepara sul fuoco di un grande barbecue dove si appoggiano degli enormi spiedi, fissi e non rotanti, su cui si sono infilzati