A Cuba solo per la musica ed il sesso.
Cuba, in un modo o nell’altro, riesce a rimanere sempre al centro dell’attenzione del mondo. Sicuramente, dopo il gigantesco Brasile, è il paese latino più conosciuto e frequentato dagli italiani. Il Viaggiatore Critico non poteva non andarci e ci è andato più di una volta, recentemente. Il suo giudizio sintetico: non vale la pena andarci se non siete degli appassionati di musica cubana o degli sfigatoni che non hanno altro mezzo di vedere un po’ di pelo. Forse varrebbe la pena viverci; ma questo è impossibile.
Cuba è composita, ce ne sono tante.
Una è la Cuba dei Cayos. Sono isolotti di origine corallina, piccoli, bassi, con le palme e le spiagge bianche: i Caraibi, i paradisi tropicali!! In realtà sono stati riempiti di alberghi e bungalows e sono tristissimi. I capitali sono stranieri, i cubani vi lavorano e son contenti delle mance che cercano di strappare con gentilezza ai turisti che normalmente le sganciano. Vi si arriva con i charter, vi si alloggia per una settimana e si riparte senza essere veramente stati a Cuba. Al massimo si può avere una gita di mezza giornata al cayo accanto dove c’e’ la ricostruzione di un bar sedicente caraibico. Demoralizzante.
C’è la Cuba delle città coloniali. Il centro dell’Avana è stupendo. Vi sono due parti: una molto ben restaurata e financo leziosa con i monumenti più importanti. L’altra in uno stato di fatiscenza inimmaginabile. La particolarità di Cuba è quella di essere rimasta colonia (l’ultima in America) fino al 1900. Vi furono quindi costruiti i pesanti palazzi di quell’epoca esattamente come a Madrid o a Barcellona. Stile architettonico che ci è familiare in Europa, non certo ai Caraibi. Ed infatti vederli ora, sotto il calore tropicale e ridotti in formicai borraccinosi è una esperienza fortissima. Ma certo non giustifica il viaggio. Vi è Santiago di Cuba, altra città coloniale, a forte dominanza afro-cubana e piena di sapore e di colore. Ma la città in se non è un granché. Ho visto anche Trinidad: cittadina coloniale molto bella, ma talmente invasa dai turisti (e soprattutto da chi vuole vendere qualcosa ai turisti) da risultare stomachevole. Per quanto le stradine piene di casette coloniali potrebbero essere deliziose, l’assalto che viene fatto ai turisti ne sconsiglia vivamente la visita.
Poi c’e’ la Cuba dei jineteros e delle jineteras. Migliaia di donne che ti vogliono trombare e migliaia di giovani che ti vogliono vendere, affittare, portare, consigliare, conversare. adulare, incantare, discutere di politica, ecc, ecc, ecc, al solo fine di spostare dei soldi dalla tua tasca alla loro. E’ un attacco continuo, forsennato, instancabile. Un incubo che inizia all’aeroporto e finisce all’aeroporto. Se vai a piedi, ti seguono; se sei in macchina ti abbordano in bicicletta; se ti siedi su una panchina, ti si mettono accanto. Sempre educati, mai aggressivi, ma è una tortura cinese.
Infine c’e’ la Cuba della musica. Una offerta sterminata ed onnipresente. All’Havana e a Santiago, decine di locali che cominciano di pomeriggio e finiscono quasi all’alba. Tutti i tipi di musica caraibica e a tutti i livelli. Dai grandi ai dilettanti più sfacciati. E tutti con una passione inarrestabile. Vi è una pubblicazione su carta o su web, non facilmente trovabile negli alberghi e nelle agenzie di viaggio che si chima “Cartelera”. Lì c’e’ tutto. Se si riesce a trovarla bisogna sedersi, studiarla attentamente e farsi il programma della settimana per riempirsi di musica senza fine. E se non si trova la “Cartelera” basta fermare un cubano qualsiasi e farsi consigliare. Tutti sanno tutto e parlano di musica con una profondità ed una competenza anche superiori a quella dispiegata dagli italiani sul tema della pasta. I cubani avranno piacere ad indicarti i luoghi dove andare secondo la musica che vuoi sentire. Ecco, per questo vale la pena andare a Cuba.
Che ha capito? Ok ,andrò sul posto da un loro avvocato.io sto in Italia e per svernare vado lì.la pazienza è terminata e vado lì da un legale loro=farò da me.scusi per averle creato disturbo
4 negri sapendo che sono straniero e invalido=rasentano il pattume umano dandomi fastidio e uno in particolare mi ride in faccia per diversi secondi al mio passaggio.cosa non capisce, hanno atteggiamento di stare contro persona bianca-straniera e invalida da non poter fare nulla.quindi le chiedo ,se lei può:dire di fare visite 2-3 a personale in Cuba addetto a immigration.immigration è dove bisogna andare a registrarsi quando si sta a Cuba (personale di politica).mi dica cosa non capisce?
Abbia pazienza. Lei sta a Cuba e chiede a me (che non abito a Cuba, come si capisce bene dal blog) di andare alla polizia a denunciare dei tipi che ridono al suo passaggio?
Mi scusi io ho notato su di razza bianca & straniero un certo razzismo al contrario da parte di alcuni di colore (4).io vado a svernare prima andavo in Brasile e ora per costi a cuba.non esco di casa a parte per andare a immigration .lei pensa,che se dicessi a immigration di venire 2-3 volte a controllare dove soggiorno=verrebbero?
Non è che ho capito molto di quanto lei dice.
Come viene visto uno straniero invalido?
Viene visto benissimo, basta che abbia abbastanza valuta in tasca (e sia disposto a liberarsene con una certa rapidità e prodigalità). Scusi il ritardo nella risposta.
Da un blog così ben redatto ed interessantissimo non mi sarei aspettato la grave lacuna di non aver menzionato i celebri sigari: una visita agli opifici ed alle vegas fa parte della storia di Cuba !
Grazie ed hai perfettamente ragione. Ma sono un ex fumatore pentito ed i sigari non ho voluto che mi venissero in mente….
Secondo me hai tralasciato molti particolari per i quali vale la pena andare a Cuba….. come il clima, l’armonia e la sernità che si respirano e i rapporti sociali.
Per fare sesso, anche per i piu’ sfortunati non c’è bisogno di andare a Cuba, a pagamento lo si puo’ fare ovunque.
Inoltre ti correggo quando dici che sarebbe impossibile viverci, i modi ci sono, bisogna solo adeguarsi.
Buon viaggio a Cuba a tutti!
I modi ci sono e li indico in questo post: http://wp.me/p280og-9B