Invettiva per Corvo
Maledetto sia l’uomo bianco, la sua ascendenza e la sua discendenza. Che finiscano tutti nelle fauci del diavolo, là da dove sono venuti. La prepotenza, l’arroganza, la tragica, commovente, eroica e maledetta volontà di occupare ogni spazio del mondo e di sfruttare ogni minima risorsa. Anche dei luoghi dove risorse paiono non esserci. L’uomo bianco, portatore, causa ed effetto di ogni male e di tutta l’infelicità possibile del mondo. Fragile ed immortale, la sua stirpe non pare conoscere tregua nella ricerca del proprio ed altrui, inutile, male. Si nutre del proprio sangue generando orde sempre più affamate delle loro proprie carni.
Perchè un popolo marginale ed infinatemente povero ha avuto bisogno di popolare queste erte isole delle Azzorre? Perchè quest’isola di Corvo, nuda di tutto, più vicina all’America che all’Europa, scoscesa sul mare battente, popolata solo dal vento e da striduli e disperati volatili ha avuto bisogno di … Continua a leggere...
Corvo, che dolore
Il vostro povero Viaggiatore Critico è proprio in cattivo stato ed ha passato un’ora proprio brutta. Di buon mattino sono andato al porto di Santa Cruz dell’isola Das Flores con bagagli e biglietto pronto ad imbarcarmi sull’Ariel (il nome deponeva già male, ricordate il lanciere bianco?) verso Corvo. L’Ariel sarebbe una barchetta piccola, ma tutta chiusa, che porta una quindicina di passeggeri da Flores a Corvo e viceversa. Risiede a Corvo, viene a Flores la mattina e riparte il pomeriggio. Permette agli abitanti di Corvo di far la spesa, andare dal medico, passare in banca, ecc. Aspetta, aspetta è stato poi chiaro che l’Ariel non veniva nemmeno oggi per via del mare cattivo. Nessuno mi corre dietro e perdere un giorno non è un problema, ma avevo fatto la bocca a partire e mi dispiaceva proprio tornare in albergo scornato. Non essendovi rimedio, mi carico gli zaini in spalla, … Continua a leggere...
Ancora a Flores
Verso Corvo
Arrivato stamani nell’Isola Das Flores, ma riparto domattina, in nave verso Corvo.
Questo:
… Continua a leggere...Opportunità economiche
Ringrazio quelle persone che si sono preoccupate della mia malattia, ma ormai il problema sembra quasi superato. Oggi sono anche andato, come si diceva un tempo, di corpo, smaltendo, spero, gli ultimi resti del polpo d’annata causa del malessere. Dal momento che erano tre giorni che non ingollavo quasi niente di cibo, confesso che ci è voluto un certo sforzo per sviscerare la materia del contendere. Fiero di questa prodezza dialettica, passo ad altro argomento.
Oggi, per festeggiare la ritrovata vita sono stato tutto il pomeriggio sul molo del porto dei pescatori di San Mateus, a prendere la nebbia, ma a torso nudo e voglioso di seguire alcuni nuotatori sguazzanti. Poi ho mangiato un congro (?) in guazzetto. Difficili e frammentarie le conversazioni con vecchi ed irsuti lupi di mare, in media, assai rincoglioniti. Difficile stabilire relazioni con questi azzorriani, provati da secoli di solitudine e miseria e … Continua a leggere...
Riflessioni convalescenziali
Dopo il malessere degli ultimi giorni, oggi sto meglio, ma continuo a camminare come un ubriaco, dondolando, un pò doddo. E visto che son tre giorni che non mangio, comincio anche ad esser deboluccio assai. Faccio quindi riflessioni lente, forse stranite.
Allora, quest’isola di Terceira è abbastanza grande ed ha una strada perimetrale di 90 km che ho percorso, a pezzi, più di una volta, con il bus. Corre a poca distanza dal mare. Questa è un’isola senza mare perchè la costa è ovunque altissima e il mare irraggiungibile. Ci saranno in tutto trecento metri di spiaggia di sabbia. Eppoi alcune, piccolissime, di ciottoloni. Il resto sono irte, frastagliate, nere rocce vulcaniche sbattute dalle onde oceaniche.
Tuttissima la gente (65.000) abita lungo la strada perimetrale che è diventata praticamente un solo paese lungo 90 km. Tutto l’interno sono pascoli verdi divisi in quadratini o boschi lussureggianti. I forti contributi … Continua a leggere...
Due giornatucce a Terceira
Ho passato due giorni a dormire, più morto che vivo. Non riuscivo a stare in piedi, in equilibrio, senza sorreggermi alla parete. Cominciavo già a pensare ad un ictus al cervelletto che avesse fatto andare a pallino il senso dell’equilibrio. Poi ho telefonato al medico e il malanno è stato derubricato alla più semplice intossicazione alimentare. Probabilmente dovuta ad un intingolo di polpo, apparentemente buono, ma che lasciava notare, ad osservazione approfondita, una notevole antichità. Così imparo a mangiare nei ristoranti per turisti fuori dall’epoca dei turisti. Nelle bettole dei locali bisogna mangiare! Ma lì, il mio amato polpo non ce l’hanno.
Peccato perchè ho perso stamattina, domenica, una camminata organizzata dal locale gruppo trekking “Os Montanheiros” con barbecue finale alla quale mi avevano molto amabilmente invitato.
Non avendo quindi fatto nulla in questi due giorni, se non russare, e dal momento che ora sto un pò meglio, … Continua a leggere...
Solo foto. Isola Terceira.
Ottobre 23, 2010Piante….
La vegetazione di quest’isola di Terceira, alle Azzorre, mi sconvolge, la meraviglia, mi assale. Non si lascia afferrarre, non vuole rientrare negli schemi botanici e geografici. Non mi vuole far capire dove sia capitato: se nel mondo tropicale o in Europa, è una mescola continua. Ho visto molti bananeti, in uno di questi c’era un castagno! Poco più in là un agrumeto e poi un frutteto di mele ed ancora una piantagione di ananas. Tutto insieme! Ci sono densissimi boschi di grandi conifere, strane, mai viste. Accanto boschi di vari tipi di alloro (questo tipo di foresta si chiama Laurisilva, presente anche a Madeira), fittissime le chiome, spettrali i nudi ed esili tronchi contorti nel buio sottobosco. Moltissime le specie endemiche, che si ritrovano solo qui. Pitosfori giganteschi sotto ai quali vegetano rigogliosissime foglie carnose da foresta tropicale. Eucalipti enormi dall’intensissimo odore. Ho visto le felci … Continua a leggere...
Azzorre!
Sono arrivato alla Azzorre, ad Angra do Heroismo, la capitale dell’isola Terceira. Ho ritrovato subito con emozione le casine tradizionali portoghesi. Le ho già trovate molte volte, sempre uguali, in Brasile, a Capo Verde, in Angola, ovunque i portoghesi abbiano messo piede da padroni. Sono semplici scatole, con la porta, le finestre regolarmente disposte, a volte delle piccolissime terrazzine in corrispondenza alle porte finestre del secondo piano, ma nessun altra diversione, nessun gioco di volumi, di rientranze e di sporgenze, di abbaini e tettoiette. I muri sono lisci e bianchissimi, le finestre e la porta hanno delle semplici cornici in colori pastello o scuri, ogni casa il proprio colore, diverso dalla casa accanto; in basso una balza, dello stesso colore. Altre invece hanno i muri color giallino od azzurrino, addirittura rosso mattone ed allora le cornici delle finestre e della porta sono bianche. Le … Continua a leggere...