Il Balaton

Novembre 9, 2015 0 Di ilviaggiatorecritico

IMG_20150607_200347Vi consiglio il Balaton, in Ungheria, solo se siete appassionati di storia del turismo ed anche un po’ masochisti. Non è un gran bel posto e non è nemmeno molto allegro. Sta fra il malinconico, il tetro, il popolarissimo, il demodè e la menopausa. Insomma, il Balaton è un gran lago che si vorrebbe il mare di un paese che il mare non ha. Ma non ce la fa. Tanto che gli ungheresi s appena possono farlo vanno in Croazia o in Grecia.
Eppure il Balaton fu un centro turistico importantissimo negli ultimi decenni del’Impero Austro-Ungarico, prima della I guerra mondiale. Vi affluivano da Vienna e da Budapest piccola nobiltà e buona borghesia. Quelli che non si potevano permettere di andare sull’unico mare dell’Impero: Trieste e l’Istria. Vi andava il ceto moderno che si apriva ai costumi liberali, goderecci: uomini e donne insieme. Gli stessi che andavano anche sui Tatra, a camminare e frescheggiare. Freud, ad esempio, preferiva il lago di Lavarone, giusto per dare un’idea dell’orizzonte turistico di quella società. Erano gli anni in cui Vienna si credeva il centro del mondo.

Il lago ha, quasi ovunque, rive bassissime ed un po’ fangose. Per evitare le camminate nell’acqua bassa (con i piedi nel fango) si erano costruite delle lunghe passerelle in legno che portavano a delle piattaforme su palafitte, in mezzo all’acqua, abbastanza lontane da riva. Delle scale portavano in acqua là un pò più profonda, in modo che vi si potesse stare almeno un po’ immersi, pur toccando. E ci sono foto di queste piattaforme piene di robusti giovanotti con i baffi a manubrio ed i loro costumoni a salopette in compagnia di eleganti donnine con le cuffiette di trina, l’ombrellino ed una veste-costume che lasciava vedere un po’ di gambe, braccia e scolli. Le forme non erano affatto nascoste. Le piattaforme erano affollate come un autobus ed immaginiamo il turbinio di ormoni che si sollevava da questa folla di seminudi accaldati che tentavano di sfuggire da una società repressiva. Balli la sera e passeggiate lungo i viali di platani. Piaceri borghesi di un tempo passato. La nostalgica malinconia evovacativa del Balaton.

Ed ancora oggi è un po’ così. Le rive sono molto spesso occupate da stabilimenti balneari più o meno grandi e più o meno eleganti, comunque dignitosi. Non vi è spiaggia, ma prati che danno sulla riva fangosetta e l’acqua molto bassa per lunghi tratti. Si sta volentieri sul prato, al bar, al ristorante, in piscina. Ideale per i bambini e le famiglie, gradevole per i pensionati, una boccata d’aria nuova per il ceto lavoratore. Ristoranti in quantità. Una certa vita notturna anche per i giovani stranieri a Siofok, anche se sembrano prevalere i ragazzotti anglosassoni alcolizzati e caciaroni attirati dalla birra a vil prezzo, come in troppi altri luoghi.

La cittadina di Balatonfured è più elegante e cara, con porticciolo ricco di barche. A Kesztheli, al margine occidentale del lago, delle belle architetture neoclassiche.

IMG_20150607_195812Una buona idea può essere quella di fare il giro del lago in bicicletta. Ovunque alberghi, pensioni, B&B dove fermarsi e similspiagge dove distendersi. Ci sono molte piste ciclabili o strade di scarso traffico. C’e’ anche il treno (che prende le biciclette) su ambi i lati, quando siete stanchi od annoiati. I prezzi sul Balaton sono un po’ più cari che nel resto del paese.

Da non dimenticare che le colline intorno al Balaton danno degli eccellenti vini (detto da un italiano). Aggirarvisi in macchina e fermarsi alla fattorie o in certi non infrequenti agriturismi può darvi delle belle sensazioni, anche gastronomiche. Nei dintorni delle terme anche interessanti come quelle del lago di Heviz. Ma anche delle località con delle terme più piccole e popolari, piacevolissime (qui la lista delle mille terme ungheresi).

E’ consigliabile una visita al Balaton? Direi di no, se non per una rapida visita per togliersi la curiosità di vedere un lago così grande in mezzo all’Europa o per vedere da vicino cosa fanno quelli che vanno al lago invece che al mare. Chiamamolo voyeurismo turistico. Ma se avete pochi giorni, saltatelo pure a piè pari.