Alessandria d’Egitto, abitandoci.
(Dal nostro corrispondente ad Alessandria d’Egitto, Giovanni Dottorini)
La città si sviluppa longitudinalmente per più di 20 Km, stretta tra il mare e le lagune interne del delta del Nilo. Conta, con gli agglomerati satelliti, più di 6 milioni di abitanti. E’ la capitale dell’industria petrolchimica egiziana e si vede. C’è una enorme raffineria appena fuori della città verso El Alamein con associata una laguna di fanghi rossi, mentre altre industrie petrolchimiche sono dislocate ad una ventina di chilometri sulla Desert Road che porta al Cairo.
Le migliori spiagge (forse più belle di quelle della Sardegna) sono proprio verso El Alamein e Marsa Matruh (cioè in direzione della Libia) e quindi partono da dopo la raffineria.
Ma prima delle spiagge, appena passata la raffineria c’è una enorme discarica, gestita alla vecchia maniera, in cui si bruciano, generalmente il giovedì ed il venerdi, enormi quantità di rifiuti. Quando … Continua a leggere...
Una delizia di Kassos.
Il Viaggiatore Critico non può negare che si sia recato in questa poco conosciuta isoletta richiamato dal nome. Non aveva molte aspettattive, ed invece ne è rimasto soddisfattissimo.
Vi si arriva o in aereo sulla linea Atene/Rodi o in nave da Sitia che è la bella cittadina all’estremo orientale di Creta. Anche in questo caso sulla stessa linea.
Se Dio vuole non è turistica, non ci sono stranieri e non soffre dei mali della vicina Creta. Gli unici visitatori sono gli emigrati che tornano a casa per le vacanze, a volte con degli amici. Molti vengono dal continenete, da Atene; ma alcuni dagli Stati Uniti, portando sfortunatamente tutta la maleducazione che hanno assorbito nella loro nuova patria: il loro parlare a voce alta rovina la pace dell’isola. Quasi tutti i visitatori hanno la casa propria o vanno da parenti. Per questo motivo la ricettività sull’isola è molto … Continua a leggere...
Pesantissimo Egitto
L’Egitto è universalmente conosciuto anche per i dipinti nelle antiche tombe. Quei leggiadri omini e donnine di stanno sempre di profilo, abbronzati e ben fasciati in abitini candidi, fanno immediata simpatia: sembrano raffigurazioni di un paradiso bucolico, ordinato, gaio. Quasi dei fumetti di un bel mondo felice, anche se si parla di morte e di defunti. A fare da cotrappunto ai dipinti, l’immensità delle Piramidi come a testimoniare che un popolo così potente da fare le piramidi era anche così gentile da fare quei dipinti. Credo che sia per questo motivo che l’Egitto risulta simpatico all’opinione pubblica mondiale e che tutti volevano andarci.
Purtroppo non è affatto così e non lo è mai stato. E non mi riferisco ai recenti e tremendi fatti di Regeni.
No, l’Egitto è uno di quei posti maledetti dove l’autoritarismo, la sopraffazione dei deboli, il dispotismo, la disugaglianza, la lotta l’hanno sempre fatta da padrone.… Continua a leggere...