Cibo di strada ad Alessandria d’Egitto

Cibo di strada ad Alessandria d’Egitto

Venditore ambulante di pane ad Alessandria. (Foto di Bellyglad via Wiki commons)

(Dal nostro corrispondente ad Alessandria d’Egitto, Giovanni Dottorini)

Alessandria è città di mare e quindi il pesce fa parte della sua arte culinaria. Ma essendo una città araba e mussulmana,  la pecora rimane il piatto principe.

Ad Alessandria sono rari i venditori di shawarma o kebab ed ormai si son rarefatti anche i carrettini lungo le strade del centro che offrono fave o ceci bolliti. I venditori li tirano su dalle caratteristiche  grandi pentole di rame stagnato, un pò affittate, a forma di grande goccia. Sono, invece, ancora numerosi i carrettini che vendono pannocchie di mais arrostite o bollite, frutta di stagione e soprattutto pane.

Il raro turista ad Alessandria troverà una miriade di piccoli negozi alimentari, ristorantini, caffè e pasticcerie tradizionali, soprattutto nella zona centrale che è la parte più tradizionale della città e dove si può ancora respirare un po’ dell’atmosfera egiziana; peccato che l’apertura di piccoli supermercati di tipo occidentale sia in forte crescita e snaturi l’atmosfera dei quartieri tradizionali. Al Cairo la parte tradizionale della città sembra resistere meglio.

Al Attarin è il quartiere centrale,  pieno di artigiani raccolti per tipologia lungo alcune strade; ci sono così le strade dei carrozzieri, dei tornitori, dei falegnami, quelle dei restauratori di mobili, le strade dei tappezzieri. In queste aree brulicano ristorantini e piccoli caffè, con pochi tavolini per sedersi; servono infatti i lavoratori. Il ragazzo di bottega porta direttamente al laboratorio dell’artigiano il tè, il caffè (rigorosamente turco), i felafel, il pasticcio (pasta scotta condita con un po’ di ceci o fave), la zuppa di fave con l’immancabile pane azzimo, la zuppa di moluhia (una erba che nasce spontanea e che cucinata diventa lattiginosa). Il modello del pranzo o dello spuntino è molto simile a quello che troviamo in Libano, ma anche in Grecia. Ai commensali si presentano numerosi piattini con tante cose buone, ed arriva tutto contemporaneamente. Ci sono cibi caldi e freddi, insalate ed intingoli, creme di ceci e di fave. Ci si serve direttamente dai piattini, senza un ordine preciso, alternando i diversi cibi secondo il desiderio del momento. nel frattempo si chiacchera e si discute. passano così lunghe ore mentre la pancia, anno dopo anno, aumenta. Il cibo, quindi, come momento di scambio sociale. Come bevanda regna il tè, anche perché è meno caro del caffè. Ne bevono una quantità enorme, è molto forte ed è servito in bicchieri normali. Si beve caldissimo. L’igiene di questi ristorantini è precaria, anche se sta piano piano migliorando.

(Foto di Mohanad5ayman via Wikicommons)

Anche le pasticcerie sono abbastanza numerose; si tratta di piccoli locali senza sedie e tavolini. In questo tipo di pasticcerie i dolci sono quelli della tradizione araba, fatti con pasta lavorata con grasso di pecora e farciti in svariati modi e forme: con miele, pistacchi, mandorle, noci e soprattutto noccioline perché meno care. Tali dolci possono essere a sfoglia o a minuti spaghettini; sono cotti al forno o fritti. Sono spesso cosparsi da soluzioni di acqua e zucchero od acqua e miele. In alcuni viene usata anche l’acqua di rose, sostituita ormai da un aroma chimico.

I piccoli negozi alimentari vendono di tutto: dall’acqua, al riso, alla pasta (egiziana), al latte a lunga conservazione, all’olio, allo yoghurt e al Kefir. Alcuni vendono anche un po’ di frutta e verdura e carne di pecora, ma non tutti i giorni. Non ho mai capito la ragione, ma non vi si trova il pane. Questo lo possono vender solo i panifici o i carretti per strada.

Una menzione a parte va fatta per le pescherie che ancora lavorano in Al Attarin: vendono soprattutto pesce di fiume, pescato nelle inquinatissime lagune dietro alla città o pesce azzurro o aringhe affumicate. Non c’è una grande tradizione nel vendere pesce fritto per strada. Questo avviene sporadicamente  in carrettini lungo la cornish, il lungomare, e friggono solo pesciolini.

Lungo la cornish e nei quartieri bene si trovano buoni ristoranti (sia di pesce che non), bar e pasticcerie con dolci sia arabi che occidentali. Diciamo che a livello culinario la città offre ancora la possibilità di trovare una cucina tradizionale e povera con cibi gustosi e semplici. Purtroppo i molti prodotti che arrivano in città dalla retrostante e fertilissima regione agricola del Delta sono probabilmente molto contaminati sia da un punto di vista chimico che sanitario.