
Italiani di Santo Domingo

Generi essenziali all’economia dominicana.
Vi è di tutto: latitanti, pensionati tristi, morti di fame che non riescono ad andarsene, puttanieri, pedofili, fascisti, razzisti, leghisti, mafiosi, camorristi, ndranghetisti, settantenni affetti da satiriasi, pizzaioli, albergatori, affittacamere, ristoratori sedicenti di lusso, ma, soprattutto, contaballe, sbruffoni, sborroni, inattendibili, logorroici, bugiardi senza limiti.
Uno zoo incredibile. Dice che sono 200.000 gli italiani residenti nella Repubblica Dominicana (comunemente chiamata Santo Domingo), ai quali si aggiungono i turisti occasionali con permanenza di più o meno lunga durata e frequenza (c’e’ chi ci passa tutte le ferie che ha). In certe zone sono densissimi; alcune località sono frequentate dai meridionali, altre sono colonie dei veneti.
In pochi giorni ho conosciuto: un sopravvissuto della banda del Brenta ed un carabiniere che dava loro la caccia; entrambi in pensione vivono ignorandosi, uno accanto all’altro. Uno che 20 anni fa si faceva i furgoni blindati. Un pugile lombardo affiliato ad una cosca calabrese. Un saldatore con un grave infortunio sul lavoro che vive con la pensione di invalidità e con il commercio di pesce. Un piastrellista livornese che si è dato all’allevamemto delle pecore. Un sedicente immobiliarista che soppravvive affitando tre camere nell’unica casa residua dal suo fallimento. Un chirurgo in pensione che compra, anche a caro prezzo, il culo delle ragazze che penetra selvaggiamento con il suo aggeggio che si dice di circonferenza particolarmente sviluppata. Un cuoco che tira malamente avanti con una trattoria pseudo italiana e che obbliga la sua compagna dominicana all’anoressia perchè a lui piacciono magre. Degli stessi gusti del musicista fascista che è contento che nella vicina Haiti facciano la fame così le donne mantengono la linea e lui se ne può beare. L’ultimo fricchettone del mondo: sessantenne e reduce da un centinaio di acidi portati malissimo.
Ma che ci vengono a fare? In primo luogo per le donne, belle e facili; in secondo per il senso di libertà che da la quasi totale assenza di regole di questa repubblica delle banane; in terzo per il clima, il mare, le spiagge di cui Santo Domingo è molto ricco (il fascino dei Caraibi attira sempre moltissimo) . In quarto luogo perchè la grande presenza di italiani ne attira sempre di nuovi che si sentono spalleggiati dai vecchi. In quinto luogo perchè i due popoli: italiano e dominicano un pò si assomigliano. Ed infine, perchè non c’e’ un trattato di estradizione con l’Italia.
Ma di che vivono? Molti della pensione o dei risparmi più o meno legalmente riuniti. Gli altri dei più strani traffici. L’assenza tropicale di regole e la fantasia italiana si sposano in un tripudio di iniziative fra il geniale, lo squinternato ed il fallimentare. Iniziative che vanno a finire spesso male, ma che vengono sostituite da altre ancor più improbabili. Qualcosa a volte ci tirano fuori, più raramente ci vivono bene, eccezionalmente qualcuno fa fortuna. Sono quasi tutte attività legate al turismo e quindi sono spesso in rapporto con altri italiani.
Ma, indipendentemente dalla realtà delle cose, è invalsa l’abitudine di millantare ricchezze e, a sentir loro, navigano tutti nell’oro. E’ insopportabile sentirli cianciare per ore dei loro successi economici, quando invece vanno in giro su vecchi motorini cinesi. In molti son sempre lì a parlare dei soldi che gli altri non hanno, ma loro si.

L’amore sboccia facilmente a Santo Domingo
Ma come vivono? Male, direi. Ho avuto l’impressione che il livello culturale medio è assai basso; parlano male lo spagnolo; hanno rapporti spesso difficili con i dominicani; economicamente arrancano, a volte sotto il limite della decenza. Si detestano mutuamente, pieni di rancori ed invidie; ma sono obbligati a frequentarsi, a socializzare, a scambiarsi le donne, a cercar di fare affari insieme. Vivono in ciabatte, in un turbinio incessante delle bellissime e facili donne dominicane. E ciò basta loro. Si consolano con una vita facile, comoda, fatta di poco ma senza stress. Il tripudio della faciloneria sciatta ed accattona, bugiarda, vitale, ignorante e sfacciata dell’Italia più trita. Sotto il sole tropicale che scolora e smussa tutte le difficolta’.
Ma voi raccontate il Mondo degli “SFIGATI” Italiani, non certo il Mondo reale della Republica Dominicana, ma l’Italiani di cui parlate in genere, in Italia sono, erano, e restano uno ZERO, pregiudicati, truffatori, divorziati frustrati, Uomini che non hanno mai avuto successo con le donne in Italia , insomma, parlate solo della categoria di coglioni Italiani, in qualsiasi parte del mondo vadano, Brasile, Romania, i coglioni rimangono,tali, quindi il Problema non e’ certo Santo Domingo, Santiago o la Romana, se sai gestirti vivi una vita SPLENDIDA ai Caraibi, con incontri femminili di gran lunga migliori di quelli fatti in Italia, soprattutto in questo periodo Storico, se vivi a Boca Chica, o in Copa Cabana a Rio, che cosa ti aspetti, ma c’e’ pure un’altro Mondo da frequentare, fatto di persone del posto,con principi e valori superiori di gran lunga ai nostri, certo che se mi parlate di scappati di Casa dall’Italia, allora anche un posto splendido Caraibico, lo fate diventare una SCHIFEZZA del MONDO, se poi, chi ha scritto il principale articolo provocatorio, non ha conosciuto l’altra realta della Repubblica Dominicana, per documentarsi meglio, gli racconto come vivano gli altri tipi di Italiani, mi contatti pure,, visto che nel 1983 ho fatto il primo viaggio in quel di Santo Domingo, e fino a tre anni fa’ c’ho vissuto alternativamente, lavorandoci pure
Lei fa parte di quella vastissima categoria di italiani in RD che credono di essere più furbi degli altri.
Sembra che non sia casuale il fatto che ti sei scelto il nome di “Viaggiatore Critico”. Sai in verità speravo che parlassi anche di com’è La Repubblica Domenicana nel caso in cui un Italiano scegliesse di non aver necessariamente a che fare con altri Italiani. O mi posso aspettare un ritratto dei Domenicani persino peggiore?
Ecco i rapporti fra italiani e dominicani. https://ilviaggiatorecritico.blog/2017/02/14/santodomingo/
Ma che cazzo ci stai a fare a Santo Domingo o Rep. Dominicana come vuoi , dato che sembra che gli altri ” Italiani ” siano solo delle merde , io sono abituato a Cuba che credo sia diversa , e poi perchè parli solo di Fascisti , Leghisti , Razzisti Ecc. i tuoi amici Comunisti non ci vanno a mignotte in ciabatte , non fanno i loro traffici del cazzo come in Italia , tutti bravi a sputtanare gli altri , Bravo !!!!!!!!!!!
Non poteva esserci migliore conferma a quanto dico nell’articolo!!
Sei un genio. Ti adoro
Sono stato a Boca Chica nel lontano 2002, e me la sono vista pure brutta per aver avuto il solo torto di aver ascoltato in un bar la conversazione tra moglie di un camorrista ed un tizio in merito a soldi prestati e non restituiti…mi hanno minacciato di spararmi in testa ! Chiusa questa piccola digressione, ho letto tutto d’un fiato questo articolo sugli italiani a Santo Domingo ed è meraviglioso, è un ritratto crudo, iperrealista, nonché scevro di quell’imperante (ed insopportabile) politically correct che ci vede sempre tutti buoni ed innocenti. Io stesso, nelle mie due settimane di presenza a Boca Chica, ho incontrato questa variopinta umanità italiota: oltre ai già citati camorristi che, per inciso, mi hanno confessato senza la minima titubanza che il bar non era altro che una copertura per gestire i loro traffici di droga proveniente dalla Colombia, al proprietario della pensione presso la quale alloggiavo (la Villa Blanca, se ricordo bene), un piemontese perennemente incollato davanti alla tivù italiana che si vantava di aver lavorato con il clan dei marsigliesi e di aver frequentato niente popo di meno che Brigitte Bardot (!), al modenese che mi aveva gentilmente concesso la sua ragazza haitiana per una notte (lo confesso, non ero a Santo Domingo per musei…) e che alla mia domanda su quale lavoro svolgesse in Italia mi disse che faceva l’imprenditore teatrale, non prima di averci pensato un po’ ! Come ero ingenuo, 17 anni fa…
Grazie. Ma sappia che, molto probabilmente, anche quelle imprese delinquenziali che le hanno raccontato, erano pure fantasie al pari della stragrande maggioranza di ciò che gli italiani di Santo Domingo propalano ai 4 venti.