Molluschi comprati e mangiati al mercato di Pontevedra

Molluschi comprati e mangiati al mercato di Pontevedra

Il bel mercato del pesce della Coruna.

Il Viaggiatore critico è molto felice di far sapere ai suoi pochi lettori della eccellente abitudine che ha trovato al mercato di Pontevedra, in Galizia, all’estremità nord-occidentale della Spagna. Coste aspre protese verso il freddo e burrascoso Atlantico. Terre di gente forte, poco comunicativa, molto di destra, non particolarmente conosciuta per la profondità del loro pensiero. Ma questa volta l’hanno indovinata in pieno.

Grandi pescatori, i Galiziani ed in pieno Oceano; infinite storie di lotta con il mare, spesso finita in tragedie. Un tratto del litorale galiziano è conosciuto con il nome di “Costa della morte”. Ma mare pescosissimo e ricco di eccellenti pesci, molluschi, gasteropodi, crostacei. In grande quantità e varietà e di eccellente qualità. Il piatto re della gastronomia locale è il famoso “polpo alla gallega”.

Non stupisce, quindi, che nelle città si trovino dei mercati del pesce affascinanti, ricchi, invitanti, animati. Molti venditori ed acquirenti esperti. Mercati veri, non inquinati dalla presenza di merce e cibo da turistame. In particolare quello di Pontevedra, caratteristica cittadina di gradevole visita.

Il mercato è in un forte edificio della tipica pietra bionda che i galiziani squadrano in blocchi megalitici ed usano senza risparmio. Bei banchi: nuovi, funzionali, puliti. Molta merce, ben esposta, senza sovrabbondare in ghiaccio, come da noi. Venditori abbastanza specializzati nel senso che ognuno ha il suo tipo di pesce e che ogni banco è diverso dagli altri: non è che tutti offrono tutto, a vantaggio della qualità, direi.

Ma il bello viene ora: il turista accorto seguirà questa bell’abitudine dei locali. Comprerà i molluschi, i granchi, i pesci che vorrà, scegliendoli con accuratezza fra i diversi banchi. Per quanto molto più riservati degli altri spagnoli, i venditori non si lasceranno sfuggire l’occasione di far quattro chiacchere con il forestiero e si prodigheranno in consigli culinari. Ed ho anche avuto l’impressione che non cercheranno per forza di appiopparvi la fregatura. Una volta fatta la vostra bella spesina, come se foste al mercato rionale di casa vostra, salirete le scale del mercato ed al secondo piano troverete due dei tipici bar spagnoli. Consegnerete la vostra bustina al barista che, nel giro di qualche minuto che voi occuperete a bere birra ed a mangiare las tapas offerte, cucinerà i vostri acquisti al vapore, bolliti o alla piastra. Arriveranno in tavola e voi li divorerete contenti come Pasque. Se avete problemi su come affrontare certi molluschi sconosciuti o i grossi granchi, il barista vi aiuterà volentieri.

Il mercato del pesce di Pontevedra.

Si tratta naturalmente di cotture molto semplici e ciò per due motivi: per prima cosa perché è un cocedero e non un ristorante: un luogo di cottura, non di preparazione. Per seconda cosa perché gli spagnoli amano mangiare i molluschi ed i crostacei bolliti e freddi: è loro costume. A volte, nei bar, gli apprezzatissimi gamberetti sono serviti  in ciotole d’acqua con i ghiaccioli dentro.

A noi fa un po’ effetto, ma bisogna riconoscere che con la semplice bollitura il sapore naturale dell’animale viene apprezzato nella sua essenza, privo di aggiunte. Mangiare diversi tipi di molluschi e crostacei diventa quindi una vera e propria degustazione di cose spesso introvabili da noi. Ho mangiato dei percebres fino a quel momento del tutto sconosciuti per me; delle deliziose cozze al vapore, carnose e saporite, dei cannolicchi che mi fanno impazzire, sia lessati che alla piastra, dei gamberetti. Ed avrei voluto continuare se non fosse per il colesterolo che non mi abbandona. Il tutto innaffiato dalla birra alla spina spagnola che scende come nettare nel gargarozzo. Nei tavoli accanto mangiavano enormi granchi tipo granseole o centollas. Molto richiesti i gamberetti locali, di colore bruno, da vivi e crudi; poi rossi come gli altri, da cotti. Non ho provato o visto provare pesci alla piastra, ma credo che sia possibile farli fare.

Il costo della cottura è poco più che simbolico, al barista interessano le consumazioni alcoliche. Il costo dei molluschi è invece tutt’altro che modesto. I percebres vanno spesso oltre i 50 € per un kg, nel quale non c’e’ poi molto da mangiare. Carissimi anche i gamberetti locali o le vongole che non vanno al di sotto dei 20 €, per le varietà migliori. A prezzi bassi, invece, le cozze.

Un vero piacere.

Cannolicchi al vapore.

Che avevo provato solo altre due volte. Una al Puerto de Santa Maria, in Andalusia, vicino Cadice, dove c’e un venditore di roba di mare da cui compri le fagottate di roba che vuoi e poi te le fai friggere direttamente lì; il notissimo Romerijo. Ma si tratta dello stesso negozio, non c’e’ il piacere dello scegliere fra merce di diversi venditori; finisce per diventare un ristorante qualsiasi. Ed anche ad Essaouira, in Marocco, dove al porto si comprano i pesci dai pescatori che arrivano e ci si fanno abbrustolire sui carboni da dei grigliatori appostati nelle vicinanze. Eccellenti, ma manca la birra.