L’atmosfera delle piccole terme ungheresi

L’atmosfera delle piccole terme ungheresi

Giugno 21, 2018 11 Di ilviaggiatorecritico

La parte esterna delle gaie terme di Mohacs.

Pensionati che giocano a scacchi, nonne con i nipotini, adolescenti obese che mangiano gelati, coppie di fidanzatini impacciati, bellone sfiorite che propongono quel che resta delle loro grazie ormai invase dalle cellulite, gruppetti ciarlieri di casalinghe attempate in libera uscita.

Questa è la meravigliosa umanità che affolla i centri termali minori in Ungheria. Ne ho già parlato, ma ci ritorno sopra perchè è una faccenda che mi par troppo bella. Per un qualche strano fenomeno geologico, la piatta Ungheria ha nel sottosuolo, ad alcune centinaia di metri di profondità, dell’acqua calda; e ciò avviene quasi dappertutto. Sono fiorite, quindi, centinaia di terme, un pò allo stile degli antichi Romani, che ne costruivano ovunque andassero, ma con dispendiosi sistemi di riscaldamento a legna. In Ungheria, invece, basta fare un pozzo sufficientemente profondo per avere delle belle piscine calde.

Alcune di queste terme sono molto grandi ed importanti: sono spesso frequentate dai pensionati tedeschi reumatosi, mentre quelle di Budapest sono invase dalle folle dei turisti da tre giorni/due notti. Ma io non parlo di questo tipo di terme.

Io parlo delle altre, sparse nelle cittadine disseminate nella infinita pianura ungherese. Ve ne sono legioni; chi dice 150 chi arriva a 240. Non son mai riuscito a trovare una buona carta con delle descrizioni dettagliate; questa è la migliore che ho pescato. Sono piccole, ma hanno sempre una bella piscina per nuotare, tanto che gli ungheresi sono tradizionalmente molto forti nel nuoto e nella pallanuoto. Hanno dei bacini di acqua calda per gli adulti e delle piscinette per i bambini. Non mancano mai la sauna ed il bagno turco. Ci si sta, immancabilmente, con il costume; a differenza di quegli spocchiosi degli austriaci che ti impongono il nudismo anche se non lo vuoi fare.

Il tutto è sempre molto alla buona: accanto alla biglietteria c’e’ la signora bionda cotonata che ti vende le bibite, la birra ed un panino. Gli ambienti sono accettabilmente puliti, ma i rivestimenti delle pareti possono essere un pò sbreccati, i pavimenti riparati con mattonelle di diversi colori, le porte stinte e le panche degli spogliatoi consunte. Niente a che vedere con le asettiche e pretenzione spa a cui siamo abituati nell’esangue Europa occidentale. Ma il visitatore troverà sempre ottima accoglienza, prezzi molto comodi e tante facilità su dove lasciare gli abiti, come parcheggiare l’auto, come usare le istallazioni. Sembra infatti che in queste terme non turistiche la visita di uno straniero sia considerata come una prova di amicizia, nei confronti del popolo. Andrà quindi ben accolto ed aiutato nelle sue incertezze di forestiero poco al corrente degli usi locali. Perchè poi le scritte sono solo in ungherese e trovare qualcuno che parli inglese a volte è poco facile.

Ci si passa qualche ora, si nuota, si prende il sole se d’estate (ma queste terme sono aperte tutto l’anno), si mangia e si beve, si sta soprattutto nell’acquettina calda, seduti sulle banchine immerse e prendendo quell’aria un poco scimunita da feto nell’utero materno. I pensieri si sciolgono, ci si rilassa e si esce candidi come agnellini, fuori e dentro.

Ma quel che innamora è l’atmosfera di queste termette: paesana, tranquilla, vecchiotta, popolare ed accogliente. Pare di tornare negli anni ’60 in Italia: un pò rurali, un pò operai; comunque desiderosi di divertirsi. Ma soprattutto soddisfatii di quel poco che si ha, senza stravaganze, senza capricci. Ecco, senza tirarsela.

Eppoi, tutti rispettosi e poco caciaroni; gentili, ma riservati. Peccato che gli ungheresi si siano ritrovati quell’orribile governo che hanno (2018) perchè una vacanza in giro per terme minori sarebbe una vera pacchia.

E la parte interna….