L’incredibile museo di Verucchio (Rimini)

L’incredibile museo di Verucchio (Rimini)

Gennaio 8, 2018 3 Di ilviaggiatorecritico

Elmo. Foto di Mosconi, Provincia di Rimini

Il Signore morì, fu bruciato e sepolto. In una grande cassa di legno furono deposti il secchio di bronzo con le sue ceneri, i suoi mantelli ed i suoi abiti, spille e gioielli, le sue armi, le decorazioni in bronzo dei suoi tre carri ed infiniti altri oggetti di gran pregio e di grande bellezza. Poi la cassa fu chiusa e sul coperchio si collocò il suo trono cerimoniale che aveva assistito, vuoto, alla lunga cerimonia del funerale. E la profonda fossa fu riempita di terra. Era l’anno 700 avanti Cristo, circa.

Se qualcuno avesse avuto la sfortuna di trovarsi sulla Riviera Romagnola, uno dei luoghi più brutti e tristi del mondo,  puo ricuperare il desiderio di vivere andando a visitare gli stupendi oggetti del Museo di Verucchio, a pochi chilometri da Rimini. Sono gli oggetti contenuti in centinaia di tombe dell’età del ferro; la più famosa è la tomba 89.

Spillone per chiudersi gli abiti. Si noteranno i tre cerchietti in prossimità dello snodo dell’ago. E’ lo stesso motivo che troviamo alle estremità inferiori della cresta dell’elmo. Foto di Mazzanti, Provincia di Rimini

Il Signore era di pochi anni più giovane di Omero e fu sepolto in un modo simile a come il poeta greco descrisse il funerale di Ettore di Troia.  Era ricco, la sua comunità si dedicava al commercio fra il mondo del nord-est e la Toscana. Verucchio è sulla strada che porta dalle rive dell’Adriatico verso l’Etruria. Era specialmente importante il commercio dell’ambra; una parte restava a Verucchio e si utilizzava per rivestire degli enormi spilloni usati per tener chiusi i mantelli.

Particolare dello schienale del trono. Su un piattaforma rialzata una donna di grandi dimensioni compie atti presumibilmente religiosi mentre degli uomini con lo scudo la proteggono. Foto della Sovrintendenza Archeologica di Bologna.

Sul secchio in cui si misero le sue ceneri e quel che rimaneva delle sue ossa abbrustolite, furono adagiati due suoi mantelli ed un  abito, con gli spilloni ancora agganciati. La sorte fu favorevole al Signore: le stoffe e gli elementi di legno del suo corredo si sono molto ben conservati. Il trono di legno, che poggiava sulla grande cassa, porta delicate incisioni di scene di vita e rituali della sua città. Vi è anche raffigurato un telaio doppio verticale dove due donne stanno tessendo, vogliamo immaginare, i suoi mantelli. Nella scena in basso, il Signore arriva al tempio, seduto su un carro. Dal lato opposto giunge un altro carro, di pari dimensioni, che porta una donna. Nel tempio si sta svolgendo un rito condotto da donne protette da uomini armati. I due sessi paiono avere pari dignità, addirittura alcune donne sembrano avere dimensioni maggiori delle altre figure, a dimostrare il loro ruolo predominante.

Sulla pira del Signore furono poggiati tre carri smontati; il legno bruciò ma gli ornamenti e le parti in bronzo furono raccolti dalla cenere e sistemati al centro della tomba, insieme a due lance, ad un giavellotto e a due meravigliosi elmi da parata, oltre ad un gran numero di vasi.

Il trono. Foto di P. Paritani, Provincia di Rimini

Città ricca doveva essere e raffinata. Dai molti oggetti esposti emerge una omogeneità di stile, una consapevolezza nella ricerca dell’adorno, un proprio design. Nessuna rozzezza, non la ricerca dell’utile, ma una chiara affermazione del bello. Certe decorazione sono di grande modernità, hanno un chiaro sapore Liberty. Di lì a pochissimo tempo saranno gli Etruschi, che qua già avvertiamo ampiamente.

Il museo è disposto per tombe, si può apprezzare, quindi, ogni corredo singolarmente ed in successione cronologica. L’allestimento comincia ad essere un pò datato, ma è comunque gradevole. Pochi purtroppo gli elementi didattici per migliorare la comprensione degli oggetti. A volte carente l’illuminazione e la leggibilità delle etichette.

Mille volte da raccomandarsi, questa emozionante visita.