La straordinaria storia della Forra del Lupo a Serrada, Trentino

La straordinaria storia della Forra del Lupo a Serrada, Trentino

Ottobre 30, 2017 6 Di ilviaggiatorecritico

La valle di Terragnolo, presa d’infilata dalla trincea della Forra del Lupo.

Segue una storia di estremo interesse e di grande successo che segna una via innovativa e rivoluzionaria per il recupero dei beni culturali ed il loro rapporto con il turismo.

Serrada, comune di Folgaria, sopra Rovereto, in Trentino, era sulla linea del fronte della I Guerra Mondiale, dalla parte austriaca. Domina una valle dalla quale l’esercito italiano avrebbe potuto (è tentò di farlo) invadere gli altipiani soprastanti. L’esercito austriaco costrui, quindi, una lunga trincea, che corre lungo un costone che domina la vallata. La trincea fa parte di un più vasto sistema difensivo dell’Altopiano di Lavarone. Il paesaggio è molto attraente e caratteristico.

Questa trincea, lunga qualche chilometro, sepolta, nascosta dagli alberi, dimenticata, è stata rintracciata, parzialmente riscavata e ripulita, messa in sicurezza, inserita in un sentiero ufficiale, fornita di segnaletica e spiegazioni ed aperta al pubblico. Si è ricostruita l’antica toponomastaica cimbra dei luoghi attraversati. Ha una sua pagina FB, una cartina, un libro che riproduce il diario e le foto di un militare austriaco che vi passò alcuni mesi. E’ stata presentata alla stampa. Una porzione della trincea è particolarmente suggestiva in quanto percorre una profonda spaccatura del massiccio calcareo nel quale è stata scavata (è questo il punto propriamente detto la Forra del Lupo, anche se il nome si è poi allargato a designare tutta la zona).

Un tratto della trincea.

Il successo è stato clamoroso: è diventata la prima attrazione della zona, le visite sono numerosissime: bus e macchine affollano il parcheggio alla partenza del sentiero, commenti entusiasti. Altri luoghi trentini copiano il modello e il ripristino della trincea continua anno dopo anno.

Ma fin qui si tratta, semplicemente, di un caso fortunato di promozione turistica di una risorsa storica-naturalistica, recuperata dall’oblio. Una esperienza del tutto opposta a quelle proposte dal catastrofico turismo invernale.

L’aspetto straordinario della vicenda è che tutto questo lavoro è su base esclusivamente volontaria. Lavoro non da poco: sia intellettuale, per la ricerca delle vecchie foto negli archivi austriaci e per il fortunato ritrovamento del diario dell’austriaco militare; sia per gli aspetti strettamente manuali di spostare metri e metri cubi di terra e roccia, di tagliare gli alberi cresciuti nella trincea, di mettere scalini e protezioni dove necessario ed infine di ripulire tutto quanto, ogni anno, in primavera.

L’iniziatore è stato Paolo Spagnolli, un cultore di storia locale che ha riunito intorno all’iniziativa il sempre solerte e fattivo gruppo degli Alpini, altre Associazioni locali di amanti della montagna, cani sciolti, turisti volenterosi. Da non sottovalutare che il paese di Serrada conta ora 118 abitanti; hanno dato mano, quindi, altre persone da Terragnolo, Folgaria, Rovereto.

La vera e propia Forra, una profonda spaccatura nella roccia, parte integrante della trincea.

Le Istituzione pubbliche non sono intervenute se non con modestistissime forniture di materiali. Il lavoro ed i mezzi sono stati assolutamente privati. Ed ancora più notabile è il fatto che non si è creata intorno alla Forra del Lupo una Associazione specifica con responsabili e dinamiche associative, spesso pesanti ed energivore. Sembra che sia stato una sorta di movimento spontaneo, di lunga durata, di convergenza di interesse e di autonoma coordinazione sul fare.

Un meraviglioso esempio di riscoperta e valorizzazione della storia e della cultura locale (ma inserita a pieno titolo nella grande storia europea) operata da persone e gruppi assolutamente di base senza le interferenze (spesso deleterie) e la generosità monetaria (spesso pelosa) delle istituzione pubbliche. Un recupero autonomo ed autodiretto della propria identità.

Ed inoltre, ancora più importante, i visitatori conoscono la storia del recupero della Forra e del ruolo dei volontari; e per questo motivo apprezzano ancor di più la visita e sentono questo luogo proprio, in quanto nato dalla volontà del corpo sociale e non da decisioni degli Uffici. Ciò lo si legge nel libro di visite, posto nel punto più imponente della Forra.

Un modello da diffondere: 10, 100, 1000 Forre del Lupo!!