​La calamità delle crociere

​La calamità delle crociere

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La nave è più grande di Roseau, la capitale di Dominica.

Le crociere sono il fenomeno piu’ nefasto e devastante del turismo moderno.  Sono l’opposto e la negazione  del concetto di viaggio.  Sono il trionfo del peggior capitalismo, sfacciato e vigliacco. Le compagnie di navigazione prendono in giro i turisti, schiavizzano i lavoratori, distruggono le economie dei porti visitati,  inducono alla prostituzione le politiche di quelle città.

Se ci fate caso vedrete che molti dei croceristi sono obesi.  Infatti, il maggior richiamo delle compagnie e’ il cibo: ottimo,  abbondante,  a tutte le ore e soprattutto compreso nel prezzo.  Si va in crociera per uccidersi di buffet pantagruelici.  Mi dicono che ci sono sprechi assurdi.

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Navi come palazzi a St. John’s di Antigua.

Se ci fate ancor più caso vedrete che i croceristi, una volta a terra, si guardano intorno con sospetto. Sono infatti persone,  molto spesso, impaurite del nuovo e timorose dell’estero.   Vi si avventurano solo se protetti nella pancia della loro nave-mamma, meglio se battente la propria bandiera e parlante la propria lingua.  Quando la lasciano e’ solo per poche ore,  ben intruppati, organizzati e si affrettano a ritornarvi.

Queste enormi navi navigucchiano la notte e passano la giornata nei porti, spesso di piccole cittadine.  Due o tre mila persone vi scendono ed hanno due possibilità: passeggiare nelle vie del borgo o partecipare alle famigerate escursioni, organizzate dalla nave o proposte dagli avidi tassisti locali.

In entrambi casi affollerranno luoghi non fatti per simili moltitudini.  Poi i turisti se ne andranno,  avendo comprato pochi oggetti fatti in Cina e bevuto una bottiglia d’acqua.  Il pranzo si fa a bordo, gratis! Tassisti e commercianti di cianfrusaglie ricadono nel dormiveglia,  in attesa della prossima nave.  Ma il borgo intorno al porto ha ormai perso l’anima, acquisendo l’aspetto di centro commerciale.

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I turisti sbarcano e si aggirono nelle via del borgo del porto, trasformato in povero centro commerciale..

Lasciano poco i croceristi,  ma comunque qualcosa lasciano.  Ed ecco che gli amministratori locali si fanno in quattro e piangono e si sbracciano e chiedono soldi al Governo fino ad avere il molo che permetterà a queste gigantesche navi di pirati di attraccare nel loro porto.  E quando questo  succede sono felici e si aspettano la rielezione.  Salvo accorgersi,  come e’ successo a Cadice, che quando i croceristi sbarcano i negozi sono chiusi,  essendo l’ora della siesta; e nei ristoranti, che pur sarebbero aperti, i croceristi non ci vanno, avendo gia’ pranzato a bordo.

Pare inoltre che la vita a bordo sia piuttosto noiosa,  che la piscina sia una pozza,  che manchino gran divertimenti e che si cerchi di appioppare ai clienti batterie da cucina ed elisir di giovinezza.

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Lo scandalo delle navi da crociera a Venezia.

Si dice che le crociere siano a buon mercato.  Ciò non e’ del tutto vero.  Le compagnie riprendono con le carissime ed inevitabili escursioni ciò che lasciano sul soggiorno. Ed inoltre hanno l’odiosa pratica di esigere un ulteriore 10% del prezzo, come mancia obbligatoria, per il personale.  Che, comunque,  e’ filippino,  in larga misura, ed ha orari e salari asiatici.

Il fenomeno delle crociere e’ particolarmente triste ai Caraibi dove la gente sarebbe molto ospitale e dove l’economia locale avrebbe un gran bisogno di turisti che riempiano alberghetti e ristorantini. Invece vedo questi mastodonti schiacciare i piccoli quartieri del porto. Li ho visti ovunque: Samanà a Santo Domingo, Pointe à Pitre alla Guadalupa, Fort de France alla Martinica, Roseau a Dominica, Saint John’s ad Antigua, Philipsbourg a Saint Martin. Ma anche a Venezia ed in Croazia. I turisti scendono, fanno un passeggino e risalgono a bordo, braccati dal caldo e dal sapore dei tropici. Tornaranno a casa e cosa avranno visto? A che serve viaggiare in questo modo?

[Altro sulle crociere in Patagonia, sul Danubio, invernale a Capo Nord]