​La vitale accozzaglia di St. Martin

​La vitale accozzaglia di St. Martin

Febbraio 16, 2017 0 Di ilviaggiatorecritico

Cosa fa tutta questa gente sulla spiaggia di Maho a Saint Martin?

Saint Martin, ai Caraibi, un’isola piccola (meno di un terzo dell’isola d’Elba),  che ospita,  in grande confusione, una impressionante quantità di cose, persone e fatti. L’isola è divisa fra due nazioni diverse, che hanno ordinamenti statali differenti, ognuna con la propria capitale; tre monete comunemente correnti; cinque lingue d’uso pubblico normale;  due aeroporti internazionali; una infinita’ di popoli diversi; 70.000 abitanti;  il tasso record francese di rapine. Non mancano traffici finanziari, narcotraffico, riciclaggio mafioso, prostituzione in grande scala.

Nell’isola vi e’ una parte francese ed una olandese; la prima e’ Francia,  esattamente come Place de la Bastille,  con capitale Marigot; la seconda e’ uno stato in qualche modo associato all’Olanda, con capitale Philipsburg. La frontiera non è visibile, ma sulle carte c’e’; in qualche angolo si possono vedere degli antichi cippi di confine, sopravvissuti alla speculazione edilizia che ha sconvolto l’isola.

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Aspettano l’aereo!!! Non è un montaggio. Di Timo Breidenstein, via Wiki Commons.

L’euro e’ largamente utilizzato, ma meno del dollaro; circola anche  il Fiorino dei Caraibi, moneta ufficiale della parte olandese. I prezzi sono espressi nelle tre monete, soprattutto nella parte olandese dell’isola.

La lingua più comune e’ un inglese locale, che viene parlato come prima lingua anche nella parte francese (giusto per far dispetto ai loro colonizzatori). Il francese e’ conosciuto da molti,  ma scarsamente praticato; si parla, naturalmente,  il creolo delle Antille francesi (come alla Guadalupa e alla Martinica),  ma ho udito anche il papiamento che e’ una strana lingua che si è formata nelle colonie caraibiche dell’Olanda (Aruba, Curaçao, ecc) e che ha una fortissima influenza del portoghese! A causa dei molti dominicani,  lo spagnolo e’ molto diffuso.

I bambimi vanno a scuola da una parte o dall’altra, secondo dinamiche variabili: in certi momenti storici si sono preferite le scuole francesi, in altri, quelle olandesi. Dipende dai programmi, dalla vicinanza a casa della scuola, dalla bontà dei professori, anche, semplicemnte dalla moda del momento.

La Francia,  cosi’ dispettosamente puntigliosa al momento di difendere la propria cultura e i diritti territoriali, anche quando si tratta di vecchie colonie,  a Saint Martin sembra essersi arresa. Ha alzato le braccia e lascia fare, rinunciando all’ordine costituito. I poliziotti della parte francese parlano inglese fra di loro. Anche alla Posta gli impiegati francesi, dopo anni di resistenza, si son dovuti piegare ed ora discorrono in inglese con gli utenti.

Ognuna delle due parti in cui è divisa l’isola ha il suo aeroporto internazionale. Le piste sno così vicine che gli aerei si disturberebbero mutuamente se non ci fosse una regia unica ( situata dalla parte olandese) per coordinarli. L’aeroporto della parte olandese è molto più grande; è un vero e proprio aeroporto internazionale; la sua caratteristica è di essere attaccato ad una spiaggia sulla quale passano gli aerei in atterraggio, a pochi metri di altezza (vedi le due foto). L’aeroporto della parte francese è, invece, assai miseruccio.

Una sfrenata corsa alla deregulation, lo stato di porto franco, le facilitazioni da paradiso fiscale. Questi sono tutti motivi che hanno dopato l’economia e a richiamato folle di immigrati dalle altre isole caraibiche, ben più povere. La popolazione dell’isola si e’ decuplicata in pochi decenni: son venuti a cercar fortuna dominicani caciaroni,  haitiani sfiniti dalle difficoltà del loro paese, giamaicani sfrontati,  cinesi commercianti, caraibici anglofoni vari, gli immancabili indiani, europei in cerca della estate infinita.

In tale marasma il narcotraffico e la minuta delinquenza imperversano. Le rapine sono frequentissime. I delinquenti passano il confine e son salvi. In effetti il livello di collaborazione fra le due polizie è molto basso, non si sa perchè. Non ci sarebbe da meravigliarsi che il livello di corruzione sia molto alto. La parte francese detiene il record nazionale di rapine per numero di abitanti.

In questa isola, assolutamente senza anima e fervente di attività, la gente convive apparentemente senza tensioni e nella mutua indifferenza, cercando, ognuno, di lottare nella vita,  come si conviene in un luogo che fu di pirati,  bucanieri e filibustieri.  La storia si ripete. Ma a ben guardare le cose sono assai tristi.