Tragico Cairo

Tragico Cairo

Aprile 11, 2016 0 Di ilviaggiatorecritico
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Sterminato e polveroso Cairo.

Il Cairo è un inferno magmatico in cui nessun uomo ragionevole vorrebbe vivere. Dieci milioni di abitanti più altri cinque nelle vicinanze; un traffico feroce che va a velocità insensate, da non credere che qualcuno possa arrivare vivo a sera; difficilissimo attraversare le strade, bisogna buttarsi confidando che abbiano paura di rovinare la loro auto e che quindi non vi arrotino; pochissimi centimetri di pioggia l’anno ed il deserto vicino fanno sì che l’aria è densa come il latte e la visibilità minima, per via della polvere: quindi tutta la città, in ogni suo minimo angolo è coperta da un polverone giallastro.

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Il turista dormirà in centro, vicino alla famosa piazza Tahir e al Museo Egizio, e si recherà alle Piramidi che sono ai margini della città. Curiosa cosa: guardando le Piramidi da est, dietro vi si vede solo sconfinato deserto. Voltandosi la citta incombe enorme, nella nebbia di polvere.

E’ uso cairota costruire i palazzi, spesso di almeno una decina di piani e vendere gli appartamenti senza intonaco esterno e senza infissi. Così costano meno e poi i proprietari penseranno a mettere gli infissi e ad intonacare (forse).  Può essere una buona idea, ma la zona che il turista attraversa per andare alle Piramidi è recente ed è irta di nudi scheletri di palazzoni di mattoni dalle vuote occhiaie. Lo spazio fra un palazzo e l’altro è minimo e passando sulla strada principale si vedono teorie di stradine che serpeggiano irregolari fra questi scheletri.  Stradine sterrate e ingombre di immondizie. E tutto ciò nel traffico sfrenato con i motorini e i carretti ovunque. Frastuono, polvere, caldo. Un incubo. Confesso che il viaggio alle Piramidi mi ha impressionato di più delle Piramidi stesse. Montagne di sassi messi su a grande fatica da disgraziati, come disgraziati sono quelli che si agitano nelle vie della città attuale. Una disgrazia che perdura da millenni e che non accenna a placarsi.

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La bella zona intorno a Khān el-Khalilī. E’ il solo luogo che valga veramente la visita-

La polvere non risparmia l’interno del Museo Egizio. Prima della crisi affollatissimo, ora vuoto di turisti. Ma pienissimo di oggetti, tanto da stancarti dopo poco. Disposizione ottocentesca, poche didascalie, cattiva illuminazione, didattica zero. Ne stanno facendo un altro accanto alle Piramidi; speriamo, perchè questo è imbarazzante dal momento che il turismo è una grande risorsa per il paese.

In centro i grandi negozi illuminatissimi con merce spesso dozzinale, qualche pasticceria famosa, niente bar da alcolici, senso di squallore ovunque. Anche i negozi o i locali moderni, nuovi, lussuosi hanno quella strana aria fredda, poco accogliente, come succede in Marocco. Dipende certamente dall’uso di rivestimenti di mattonelle chiare, di luci fredde e molto forti, di alluminio anodizzato ivunque. Il risultato finale che vorrebbe essere di pulizia e di decoro da, invece, l’impressione di essere in asettici bagni pubblici.

Il turista accorto potrà invece apprezzare la zona di Khān el-Khalilī, il mercato tradizionale. Non direttamente il grande quadrilatero del mercato stesso, troppo turistico, artefatto, con locali da turistame, ma tutta la zona circostante dove si può passeggiare in apparente totale sicurezza in un ambiente vero e di sapore tradizionale. Le botteghe con i disparati mestieri, le piccole e grandi moschee, i bar con la gente a bere il tè ed il caffè, le botteghine ed i chioschi di cibo di strada, il via vai della vita vera. E’ zona gradevolissima ed interessante. Ci si possono passare ore e si starà bene. E vengono in mente quei capolavori assoluti della letteratura mondiale che sono i libri di Naguib Mafouaz, che sono ambientati in questi quartieri. Direi che questa zona è l’unica che dà belle sensazioni nella tragedia che è Il Cairo e l’Egitto tutto.

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I gatti eran sacri nell’antico Egitto e lo sono ancora. Girano indisturbati ovunque, anche gli adulti si fermano volentieri a giocare con loro ed addirittura portano loro del cibo nella sala della preghiere della Moschea. Inaudito, altrove. E i gatti egiziani sono particolarmente intelligenti e sicuri di se, per niente paurosi.

Anche le Moschee rappresentano un oasi di respiro per il turista frastornato. Vi si può entrare liberamente, ma senza scarpe e restarvi il tempo che si vuole, sedersi sui tappeti o sugli scalini, riposarsi dal pulsare della vita esterna.  Sono pulitissime. In quelle più grandi vi è un vasto cortile dove le famiglie vengono a passare qualche momento con i bambini che giocano e corrono. Gli adulti chiaccherano tranquillamente. Ci si può sedere anche nella sale delle preghiere, fuori dai momenti delle funzioni. I gatti vi girano tranquilli, hanno mantenuto lo stato di animali sacri che gli antichi Egizi attibuivano loro!

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Le tombe a casetta del cimitero copto.

Il cibo di strada è eccellente; cucina mediterranea, sapori che non ci sono alieni, ma diversamente congegnati e gradevolissimi. Ci sono buchini, sporchi e malmessi, con sul banco un bel numero di pietanze che si scelgono con il dito e che ci vengono portate al sedicente tavolo. Deliziose cose. Certi chioschi vendono la zuppa, altri i legumi, altri cose fritte, cervello compreso. C’e’ da passarci un sacco di tempo. Attenzione ai prezzi che vengono decuplicati, in esclusivo vostro onore, meglio cercare di informarsi prima; si tratta sempre di somme modeste, ma dispiace farsi prendere per scemi.

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Delizie di strada.

Vi è infine il quartiere copto circondato da mura e con una sola vera entrata che la notte viene chiusa. Alcune chiese abbastanza interessanti, uno strano cimitero con le tombe fatte a casette. Ma soprattutto gente molto, molto diversa dagli egiziani mussulmani. Sembrano molto più moderni e vispi, soprattutto le donne. All’interno chioschi dove si mangiano quasi esclusivamente wurstel di maiale, giusto per differenziarsi anche in questo dai vicini mussulmani. Ma chiese copte ci sono anche in giro per la città; per netrarvi si viene attentamente frugati e, se sconosciuti alle guardie, bisogna lasciare il passaporto all’entrata. Numerosi sono stati gli attentati degli integralisti mussulmani.

Insomma, Il Cairo è una delle capitali mondiali, ma anche se non ci si va non si perde molto.