Dubbi, forse che…..
Questo paese non fa per me.
Entriamo nel negozio di un distributore di benzina, unici clienti. Parliamo fra di noi su quello che vogliamo comprare. La cassiera ci zittisce perchè con le nostre voci troppo alte (!) le impediamo di concentrarsi sui conti.
Sul bus cittadino nessuno parla al cellulare. Se chiamati dicono: “Sono sul bus, non posso parlare, ti richiamo dopo”. Stanno tutti zitti, anche se sono in compagnia. Silenzio catacombale, meno male che il bus sferraglia.
Passo accanto ad un furgone delle consegne del pane. L’autista è dentro al negozio con le sue scatole di pane ed ha lasciato la porta del mezzo aperta. Ci butto un occhio dentro per vedere che pane consegna. Igor mi trascina via spiegandomi che non sta bene ficcare il naso nei furgoni altrui. In un bar entra un tipo con un cane simpatico, gli fischietto. Mi dicono che nei bar non si fischia.
Parliamo un’ora con la responsabile delle vendite di una impresa produttrice di torba. In tutto il tempo gli sfuggono solo due mezzi sorrisetti. Il resto, la stessa espressività di una pietra tombale.
In un bar dico che non importa che mi dia il resto, di pochissimi spiccioli. La tipa mi risponde che non ha bisogno dei miei soldi e insiste nel darmeli. Igor, sempre lui, mi critica un pò perchè guardo troppo in volto le persone che incrociamo per strada. Dice che in Ucraina non si fa.
Anche nei luoghi molto affollati non vi è nessun clamore, nessuno ride, nessuno scherza, nessuno si chiama, nessuno s’incazza. I bambini sembrano non esistere.
Mi chiedo se non avrei fatto meglio ad andare in Brasile.
Ciao marco. Sono Pietro, Quello del cinquino elettrico…Capito per la prima volta sul tuo blog e ti faccio i mei complimenti!!Riguardo all'educazone hai assolutamente ragione.L'invettiva di Corvo mi piacerebbe pubblicarla pure su crisis.8o)
:-)))))
In effetti io dell'educazione me ne frego un pò. Specialmente da qualche anno, da quando ho licenziato il Superego, per riduzione del personale superfluo. Da quel momento mi son successe un sacco di disgrazie sociali e professionali, ma vivo tanto meglio!! Ormai considero l'educazione come la rosolia: una malattia infantile che prima te ne immunizzi, meglio è.
o l'impronta sovietica è dura a morire o quelli rimasti in ucraina sono…così.un po' più di qualche ucraino e ucraina qui a milano li conosco (la mia zona è fra le più multietniche di milano), bambini a scuola e genitori ucraini ne vedo parecchiucci, ma non li riconosco nella tua descrizione.buona parte sono simpatici, qualcuno chiuso. i giovani sui tranta un po' tracotanti. una, in particolare, pare un guerriero vichingo (le mancano le corna, o perlomeno non si vedono perchè è troppo alta) e io – che pure piccola non sono – cerco di passarle alla larga perchè ogni volta che apre bocca escono cannonate alla potionkin (si scrive così?).ma non è che igor comincia a pentirsi di averti invitato? fischietti ai cani nei ristoranti, fissi le persone, parli ad alta voce nei negozi, non vuoi il resto, curiosi nei furgoni altrui…marco, dai, ma dove hai imparato l'educazione…
Allora pure la Brescia riacquista una sua dignità!